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Non è l’ombra del dubbio a fregarci,
né l’ignoto che ci morde le caviglie.
Sono le verità che ci portiamo appresso,
zaini pesanti di parole sicure,
che ci fanno inciampare nel fango.
Credevamo di sapere,
di avere il mondo in pugno,
ogni passo un dogma, ogni pensiero un chiodo.
Ma la terra ci sputa in faccia,
e le certezze si sbriciolano,
sabbia tra le dita, merda sotto i piedi.
Non è il buio a tradirci,
ma la luce falsa che ci abbaglia.
Le cose che giuriamo vere,
che ci fanno gridare, sputare, combattere,
sono catene che ci tengono fermi,
il vero ci passa accanto,
schifato, senza voltarsi.
E noi, ciechi di arroganza,
continuiamo a scavare buche,
convinti che siano troni.
Le nostre verità, coltelli spuntati,
ci tagliano piano, ci dissanguano lenti.
E il mondo ride, crudo,
così cadiamo nelle fosse
che abbiamo chiamato casa.