Sedetevi comodi, sto per raccontare una storia.
Inizia nel 2017, un giorno d'estate, in un bar.
Conosco questa barista, che decide di offrirmi da bere.
Parliamo un sacco, io ero appena arrivato per fare stagione di animazione e non conoscevo nessuno.
Si chiama Camilla, ha la mia età, è di Grosseto.
È bionda, capelli mossi, occhi verdi.
Fa wind-surf agonistico, ama l'arte e passa la maggior parte del suo tempo libero al mare.
È molto solare, sorride molto, fa battute pessime, mi piace.
Si fa tardi, io devo tornare in villaggio. Ci diamo appuntamento alla sera dopo. E così facciamo ogni sera.
Passiamo tanto tempo insieme, ma poi arriva il momento in cui io devo tornare.
"È stato bello finché è durato" penso tra me e me.
Invece, due settimane dopo mi scrive e mi dice: "sai che vado a vivere a Milano? Parto tra un mese".
Iniziamo a frequentarci, sempre in amicizia perché lei era fidanzata e forse anche io.
Leggiamo tantissimo, ci aiutiamo a vicenda e condividiamo diverse passioni (tra cui teatro ed arte).
In poco tempo diventa indispensabile per me. Scopro sensazioni incredibili che non ho mai provato prima.
Proviamo anche a stare insieme per un periodo, ma abbiamo la maturità di non rovinare tutto e rimaniamo un po' più che amici ma mai fidanzati.
Camilla mi ha insegnato a vivere, a ridere ed a giocare (cosa fondamentale, se ci pensiamo).
Passano gli anni e diventiamo quasi una cosa sola, riusciamo a vederci ogni tanto (vite diverse ed impegni diversi) ma ogni volta che lo facciamo è come la prima. Scopriamo noi stessi attraverso noi stessi. Ci amiamo, non come si amano le coppie ma di più. Più intensamente. Il tempo continua a passare, continuiamo a legarci indissolubilmente.
Poi arriva il 28 settembre di quest'anno.
Dovevamo andare insieme ad una festa a Bologna, io ho deciso di non andare perché avevo impegni in teatro.
"Fermati a dormire se sei troppo stanca"
"Ma va, vado a casa, così sono a Grosseto entro domani mattina"
"Mimi stai attenta per favore".
Tamponata da dietro.
Ha perso il controllo della macchina.
È caduta giù, nel vuoto.
Credo sia inutile dire come va a finire questa storia, immaginate.
Mi manchi Mimi. Tanto.
Mimi testo di Filippo Cozzi