Dicker e le regole del thriller

scritto da kaloskaiagatos
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Testo: Dicker e le regole del thriller
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Joel Dicker è una certezza oramai da molto tempo. Lo scrittore svizzero, classe 1985, è stato tradotto in molte lingue e ha venduto milioni di libri in tutto il mondo. Mistero, giallo, thriller sono gli ingredienti della sua consistente produzione. “La scomparsa di Stephanie Mailer” è una delle sue ultime opere: una storia intricata che vede la giovane reporter (Stephanie Mailer per l’appunto) fatta sparire in seguito alla raccolta di nuove prove relative ad un’indagine su un quadruplice omicidio di vent’anni prima, risoltosi con l’arresto dei colpevoli.

 Il libro, che conta più di 700 pagine, tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, offrendogli la possibilità di andare avanti nella lettura, sempre pronto a nuovi colpi di scena. La scomparsa di Stephanie Mailer è un thriller mozzafiato che segue una composizione strutturale complessa ma ugualmente godibile che lo rende ancora più affascinante. Continui flashback, poi ritorni al presente, ancora ritorni al passato e poi, ancora, ritorni al presente, in un loop continuo che solo apparentemente confonde. L’ opera non è solo Stephanie Mailer: è la storia di persone che entrano in scena di nuovo o per la prima volta, di cui non si sa nulla ma che in qualche modo sono collegati ai delitti. Stephanie Mailer rappresenta “solo “il coperchio di quel vaso di pandora in cui tutto è nascosto e che porta alla luce segreti, combutte, minacce, scambio di favori. È il motore da cui tutto incomincia, anzi tutto ricomincia. Sono davvero loro i colpevoli del quadruplice omicidio? E chi sono quelle quattro persone del 1994 che sono state ammazzate? Chi, cosa rappresentano? Di quale meccanismo perverso sono state vittime? Se fossero loro stessi i colpevoli di qualcosa di più grande che li ha fagocitati? Che la trama presenti una tale complessità di struttura non è più una sorpresa per il lettore e Dicker si prodiga tanto a far divertire, anche nella tragicità degli eventi e tenta di ricreare schemi nuovi, diversi. Non un semplice esercizio di stile, ma una pura presa di posizione in un mondo come quello dei libri thriller che, seppur per definizione, hanno l’obbligo di mantenere in sospeso il lettore. La grande accuratezza della trama si accompagna alla scrupolosità della strutturazione psicologica dei molteplici protagonisti invischiati. Perché sì, nel libro sguazzano nel mare in tempesta della trama tanto i personaggi principali quanto quelli di contorno, solo ad occhio nudo estranei alla vicenda: tutti hanno una loro storia, tutti sono buoni o cattivi, tutti dei potenziali assassini o semplicemente ingenui, tutti sicuramente hanno qualcosa di misterioso, un segreto da custodire. In questo thriller corale, l' autore scioglie la matassa della grande psiche umana e rende i personaggi tremendamente veri, vicini al lettore, che non vede l’ora di vedere chi sono realmente. Anche i poliziotti coinvolti nella ricerca della verità si ritrovano immersi in qualcosa di davvero trascinante, che mette in dubbio non solo le certezze sul caso ma anche il loro passato, le loro convinzioni, i nuovi modi di intendere la realtà, la loro interiorità. Nel grande pentolone di personaggi e situazioni non a caso l’autore sceglie una cittadina quasi da sogno; non è Boston, non è Chicago, neanche San Francisco. È una cittadina tranquilla che fa parte dello stato di New York: una cittadina riconosciuta come luogo di vacanza, in cui ogni estate si organizza una rappresentazione teatrale che attira un sacco di turisti da tutta la regione. Che proprio qui avvenga un quadruplice omicidio sembra qualcosa di innaturale, fuori da ogni logica, incredibile. Eppure…Orphea è il bene che si confonde col male.  Orphea è il prolungamento maligno di una grande città caotica in cui convergono persone dalla dubbia moralità. Orphea è il punto di ritrovo prediletto da persone pericolose. Ad Orphea ci sono molti punti interrogativi, nodi da sciogliere, meccanismi da sradicare. Orphea è il file rouge, è la protagonista, l’essenza di questo libro senza la quale tutto sarebbe stato banale e scontato. Invece nulla è banale, niente è prevedibile.

Joel, per chi lo conosce già da molto tempo, ama il suo lettore e se ne prende cura quasi come se fosse una creatura da difendere, da educare. Conosce perfettamente i suoi punti di forza e li sfrutta, quasi facendo credere che tutto sia naturale. E le oltre 700 pagine di cui il libro è costituito non pesano, anzi accompagnano il lettore, mano nella mano, con i suoi tempi, ad affezionarsi ai protagonisti, all’ambiente, alle dinamiche, a tal punto da rendere chi si approccia a quella realtà, “tremendamente” partecipe.

Dicker e le regole del thriller testo di kaloskaiagatos
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