Contenuti per adulti
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Raggi di sole
S’infrangono
-insolenti, sbarazzini
Sulle tue gote aguzze
Tu
serioso, litico
Resti indifferente,
Sei glaciale
Dinanzi al trionfo di luce
Che l’altri osannano,
ebbri
Come promessa di novelle gioie
Qual presagio di campi in fiore
Il buio t’avvolge e domina
Sei antracite che resiste
E s’oppone
Non basta mica
Qualche fasullo, futile bagliore
Per sciogliere le espressioni tue
-Corrucciate, inquiete, disumane
Non pulsi al ritmo unisono
Del mondo attorno
La primavera, in te
Nulla scote o risveglia
Sei calma piatta
Di sopite esaltazioni
Dimentico
Dell’attimo primigenio
Di questa tua noia supina
Dei tuoi sguardi vuoti, inespressivi
Ti lasci essere
-Scorri e svampi
Com fiamma esausta:
Ti sei perso
Un dì
Chissà quando? Perché poi?
Ti guardi intorno
E le pupille convulse
divorano paesaggi, fagocitano scorci
Ma non ci sei
Non afferri davvero
Cogli immagini, intuisci i colori
-appena
Poi ti frastornano
rumori e lucori
Ma nulla si move
Nel petto, sul viso:
Alcuna espressione
Non un sospiro, un disio,
non una speme
che t’illumini o t’accenda
Che ti riporti tra noi
Sotto il cielo che custodisce e bada
alle altrui preghiere, attese
alle altrui implorazioni
Sei spento da tempo
E allor mi chiedo
Se non abiti le membra tue
Se non porti in giro
che le macerie, di te
che lo scheletro
-nudo e inanimato-
Dove sei davvero?
Dov’è sepolto il tuo fuoco vivo
Qual prometeo te l’ha sottratto
A chi ne ha fatto dono?
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