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Andavano insieme, che bella parata,
due menti in vacanza, una più svitata.
La prima pensava: ma il cielo si sposta?
la seconda annuiva, nel sogno composta.
Si ammiravano molto, con buon fervore,
convinte ciascuna d’aver gran valore.
Scambiavano sguardi di perfetta intesa,
sulla legge del mondo sempre sospesa.
Tronfie di gloria, ma d’ignoranza pura,
camminavano dritte, per via sicura.
Ognuna trovava, nell’altra presenza,
conferma e conforto alla loro esistenza.
Ignoravano tempo, logica e senso,
eppure parevano il duo dell’immenso.
Facevansi onore con mosse studiate,
sulla base di idee tutte inventate.
Poi un giorno qualcuno le vide passare,
e sghignazzò forte senza parlare.
Fu allora che il dubbio, pungente e sincero,
spuntò come un fungo sul loro sentiero.
Un bagliore sfiorò la loro coscienza:
la compagnia ci dà solo apparenza.
“Dimmi con chi vai”, dice sempre la gente,
scoprendo, alle volte, d’esser perdente.
Così si fermaron, smarrite e stupite,
di fronte a prove troppo spesso esibite.
Nel grande silenzio, svelato l’inganno,
capirono insieme d’aver fatto un danno.