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La giornata scorreva veloce e con tutte le cose che si era prefisso di fare il parroco in quella gita non lasciarono spazio alcuno ad un po di svago, la chiesa di San Michele Arcangelo con tutti i suoi tesori, le arcate bibliche e la grotta dove rivolgere segrete confessioni all’altissimo, le prelibatezze tipiche di quel posto da scoprire, ostie bianchissime e sottili che avvolgevano le mandorle caramellate di quei posti, il castello normanno che con le sue torri ed i bastioni si ergevano fiere sul punto più alto della collina, la roccia scolpita dalle guerre passate e dal pellegrinaggio di migliaia di gente ogni giorno nei tempi moderni, tutte cose magnifiche che MaryAnn aveva visto solo nelle foto dei libri ma che in realtà non soddisfacevano il suo appetito di libertà che rimase insaziato al termine della giornata quando dovettero risalire sul pullman per il rientro in paese e dove finalmente rivide Antony che la colpì bruscamente per salire prima di lei per prendersi i posti migliori. -hai!- - Scusa fiorellino- le disse lui- non pensavo fossi così gracilina, se mi prendi il posto poi non ti posso guardare per tutto il tragitto e mi annoierei- Passò così velocemente che le lasciò impregnato nel naso gli odori della giornata vissuta altrove, sapeva di sale e di fresco, già! Era stato giù al mare invece di seguire il gruppo, il mare, quanto avrebbe voluto vederlo MaryAnn, ci era stata pochissime volte e sempre con i suoi che la tenevano al guinzaglio, non fare questo, non guardare quello, lei voleva aver potuto andare con quel gruppetto e tuffarsi in quell’ecosistema di meraviglia senza obblighi o pressioni, il suo pensiero sognante già era lì, quando:-Aspetta ma che ha detto? Non ti posso guardare? Quindi mi ha notata! Pensò MaryAnn.
La tentazione era forte, voleva voltarsi per vederlo, era vero che la stesse osservando lui o era solo un tentativo maldestro di correre via senza chiedere scusa per lo spintone? Sicuramente era già stato perdonato in cuor suo e senza nemmeno accorgersene MaryAnn era già voltata e fissarlo. Tutti dormivano, stanchi delle lunghe camminate in collina la sua amica Amanda era accovacciata sul sedile con un libro in mano che sembrava che stesse leggendo ma in realtà aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta in direzione di Lucas che non aveva trovato posto con gli altri sui sedili posteriori ed era stato costretto a sedersi affianco a lei, fortunata Amanda che sbavava dietro a Lucas da secoli ora ce l’aveva affianco e che fa? Dorme!!! Più dietro c’era lui, il modello di Michelangelo con i ricci che esplodevano ancora più crespi per la salsedine l’accenno di barba sul mento che lo faceva sembrare ancora più grande, la pelle liscia che si confondeva con la maglietta chiara ed attillata e che metteva in mostra tutti i tratti essenziali dei pettorali e degli addominali perfettamente allineati, in alcuni tratti era ancora bagnata e si vedeva la pelle arricciata per il freddo dell’aria condizionata del pullman così lei pensò di avvicinarsi e coprirlo con un maglione che gli era caduto e che era proprio affianco a lui , così in punta di piedi le si avvicinò e mentre lo faceva lo osservava, i suoi grandissimi occhi erano chiusi e il suo respiro regolare, nel silenzio del sonnecchiare collettivo però lei distingueva il suo battito da quello degli altri, stava pensando che forse sarebbe stato meglio tornare a sedere quando all’improvviso si sentì stringere forte il polso, si girò di scatto e due occhi verdi e penetranti la stavano studiando, fortunatamente nessuno si accorse di nulla, dormivano tutti profondamente e dopo uno scontro di sguardi che avevano molto da raccontare la stretta piano piano si allentò e la mano cominciò a scivolare lungo il suo braccio come a studiare la fisionomia del muscolo che arrivava fin sull’incavo dell’ascella e poi come una carezza decisa e delicata sul petto, così lentamente che non si accorse che continuava a scendere lentamente come una goccia d’acqua che scava la pietra e lei si scioglieva con lui perché non aveva mai provato quell’emozione sconosciuta, un misto di felicità e paura, tanta voglia di gridare e scappare ma al contempo di sedersi lì e agognarne ancora, e ancora. Amanda si schiarì la voce, forse la bocca aperta le aveva dato fastidio e così con quel richiamo MaryAnn era tornata anche con la mente in se stessa e realizzò d’improvviso cosa stesse realmente accadendo, si ricompose e tornò al suo posto, ferma ed immobile per il resto del tragitto cercando di elaborare il tutto, il come ed il perché di quelle emozioni così nuove e profonde e mai provate. Chi era davvero questo ragazzo misterioso?