Lunatici

Sfera celeste di rocce antiche
che attiri a te acque amiche.
Illumini e oscuri le nostre notti,
fecondando le menti coi complotti.

Di fronte a te, i poeti son frementi.
Ignorando che tu non hai sentimenti
a volte ti fondono con il loro amato
perdendo di vista il tuo passato.

La regolite ti fa assai polverosa;

fa da manto alla superficie erosa.
Mari tranquilli segnano la roccia
crateri in ricordo della doccia.

“Un piccolo passo per l’uomo”
dissero mutando in nostromo.
Sullo specchio abbiam camminato:
un grande sogno realizzato.

“Perché non ci siam tornati?”
chiedono ai poveri malcapitati.
“Ma scusa, che fretta c’era?
Non se ne va mica stasera.”

Nella tua gravità, perdo peso
senza necessità di sentirmi leso.
Noi torneremo, ma non domani.
Noi torneremo, siamo umani.

Puntano i telescopi e le sonde
tracciano rotte e pure le fionde.
Puntano le camere sul vettore.
Accesi i motori... un polverone.

SLS, il gigante sfida Saturno,
proietta Orion dal cielo diurno.
Moduli in fase di sperimentazione
si preparano alla prossima missione.

Potenti motori e moduli avanzati,
si avvicinano i giorni tanto sperati.
L’avamposto che installeremo,
sarà portale dal quale partiremo.

Scopriamo nuovi orizzonti spaziali,
cuore in tumulto e sogni fatti reali.
Da là ci osservi, silente e paziente,
testimone d’avventure, sempre presente.

Moduli lunari, leggeri ma forti,
scoprono crateri, pianificano porti.
Sul freddo suolo, molte bandiere,
a ricordo di quelle storie pioniere.

La volta celeste, grande giardino
dove potiamo il nostro destino.
Sfidiamo l’ignoto con occhi lucenti,
siamo umani: folli, audaci e potenti.