Il Signor “J”

scritto da Luca C_Max
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 5 mesi fa • Revisionato 3 mesi fa
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Testo: Il Signor “J”
di Luca C_Max

IL SIGNOR  “J”
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-Sa cosa disse il pesce che aveva appena abboccato? -

Inutile, mi guarda seriosa e distaccata, le gambe che non trovano pace e taccuino in mano. Magari fa la lista della spesa e fa finta di prendere appunti. Magari forse la pago troppo poco.

-Disse – Dite a mia moglie che l’amo… non lo avevo proprio visto! -

Un lieve sorriso, cambio accavallamento delle gambe si sporge un po’ in avanti mostrando parte di una elegante ipsilon da capogiro, ma l’intento era di farmi proseguire, sapeva che ero stato innescato.

-Vabbè è che... che… Insomma, forse non mi piacciono più gli uomini, qualcosa sta cambiando. Ne avevamo accennato qualche seduta fa, qualcosa sta scemando, sublimando. Forse, forse dottoressa, gli uomini cominciano a non piacermi più-.

-Quindi? Abbiamo finito l’autostrada delle parole? È arrivato al casello? Quindi? -

“Eh… quindi ora mi butterei su di te, signora solitudine” Lo penso ma non lo dico. Proseguo, devo chiarire la cosa, devo chiarire con lei, con me e forse pure con “Quella”.

-Avevo letto un racconto tempo fa, su un sito di scrittura, sa, quelli tipo sito di scrittura, mi spiego? Tipo i siti di scrittura che si trovano nel web, quelli che…-

-Si ho capito-

-Mi aveva colpito un racconto breve, si intitolava “So Chi Sono”, dovrebbe leggerlo. Mi ha turbato, io non ho avanzi di pezzi di me in nessun barattolo, e non so chi sono. Non so chi sono io per gli altri, cosa sono per me, cosa voglio dagli altri, ma ora so sicuramente cosa NON voglio dagli uomini maschi molto maschili. -

-Quindi? -

-Quindi… Ho capito che c’è una tipa che mi sta facendo impazzire. Maledetta sigaretta e maledetto balcone, ho la vita tutta rovesciata ora, come un calzino quando lo levi. Ma non puzzolente. Non me la levo dalla testa, io che in testa avevo Fabio, Marco, Ivan. Le ho mai parlato di Ivan e dei suoi giochetti? -

-Si, e vorrei veramente evitare di risentire quella parte. Mi parli di questa tipa. -

Si era chiusa di nuovo come un fiore che sboccia al contrario.

- Bene, le parlo della tipa, almeno provo, a parlarle della tipa. Non mi è facile, non mi è facile perché non mi piace essere un calzino rovesciato, il calzino rovesciato lascia esposte e scoperte parti di me che pensavo essere già consolidate, certe, inviolabili, inoppugnabili, incontrovertibili…-

- Direi chiaro il concetto, direi sufficienti gli aggettivi, prosegua -  

Due settimane fa esco sul balcone a fumare, peraltro in un momento di confusione totale nel quale mi ero anche scordato di avere smesso di fumare, e trovo una nuova inquilina sul balcone a fianco al mio. Mi guarda e mi saluta leggermente, sa come si saluta leggermente?

- Non credo sia necessario saperlo –

- Ricambio il saluto e tossisco, ricordo che avevo smesso di fumare ma non di bere, butto la sigaretta ed entro a prepararmi un Negroni potente, Lei conosce il Negroni potente?

- Non credo sia necessario conoscerlo ora, più avanti vedremo... –

- Credo di averlo preparato veramente potente, esco di nuovo e lei sempre lì, forse con una nuova sigaretta, io con lo stomaco rigorosamente vuoto godo dell’effetto del Negroni, tanto da passarmi per la testa ipotetici virtuosismi con un altro paio negroni, ma veri. Nel turbinio di immagini per lei poco edificanti, continuo ad osservare la tipa che fuma e mi guarda, mi guarda dentro e forse lo sguardo addirittura mi attraversa e rimbalza sul cemento del balcone. Mi saluta con un cenno e rientra. Rientrano anche i miei pensieri turbinanti e sento squillare il telefono. Era Ivan. Non rispondo. Non era serata da giochetti. Neanche quella dopo. Neanche due settimane dopo. -

Ho capito, e ora siamo qui, io che ascolto scrivo e lei che mi racconta. Dove siamo arrivati quindi? Dove vogliamo arrivare? –

Dove vogliamo arrivare…Le dico dove sono arrivato io ora, arrivato in un momento che della instabilità ne sto facendo virtù, sono arrivato che so cosa ero e cosa volevo, sono arrivato che so cosa non ho più ma mi entusiasma sapere cosa avrò, o cosa cercherò fortemente di volere.

 - Quindi tornando a quanto detto all’inizio, deduco che le sue pulsioni sessuali e attrazioni per il genere maschile stiamo sublimando, e che l’innesco sia stato la donna del balcone…, corretto? –

- Corretto! Come disse non so chi, "Ora sempre sulla retta via, e non sulla via del retto!" -  

- Bene signor “J”, a questo punto direi che possiamo iniziare ad intraprendere un percorso ben definito, per cui, per iniziare direi:

 1)    Quando esce in balcone, che io sia o meno presente sul balcone a fianco, abbia il buon senso di uscire con almeno le mutande addosso, non tanto per il vicinato, ma per la mia piccola alla quale vorrei risparmiare la vista.

 2)    Domani sera di Negroni potenti ne prepari due, la piccola starà a casa dai nonni.


Fine

Il Signor “J” testo di Luca C_Max
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