LA FAVOLA DI ORFEO ED EURIDICE

scritto da andropos
Scritto 22 anni fa • Pubblicato 22 anni fa • Revisionato 22 anni fa
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DALLE METAMORFOSI DI PUBLIO OVIDIO NASONE
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Testo: LA FAVOLA DI ORFEO ED EURIDICE
di andropos


Personaggi :

Orfeo :Orfeo, citareda di Ridope, figlio di Eagro, re della Tracia, e di Calliope.
Il Dio Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono ad usarla ed
era talmente abile, che lo stesso Seneca racconta che, al suono
della sua cetra cessava il fragore del rapido torrente.
Euridice: Euridice, filia di Nereo e di Doride, unico amore di orfeo, di una bellezza
senza eguali.
Aristeo : Antagonista di Orfeo, che cercò di far sua la bella ninfa.

Trama

Orfeo amò in tutta la sua vita una sola donna: Euridice e fece di lei la sua sposa Il destino però aveva previsto per loro un amore non duraturo. Infatti, un giorno, la bellezza di Euridice fece infiammare il cuore di Aristeo, che si innamorò di lei e cercò di sedurla. La fanciulla, per sfuggire alle sue insistenze, si mise a correre ed ebbe la sfortuna di calpestare un serpente, nascosto nell'erba, che la morse, provocandole una rapida morte.
Orfeo, impazzito dal dolore, non riuscendo più a vivere senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade per strapparla dal regno dei morti. Convinse Caronte a traghettarlo sull'altra riva dello Stige e circondato da anime dannate che tentavano in tutti i modi di ghermirlo, giunse alla presenza di Ade e Persefone. Al loro cospetto, Orfeo iniziò a cantare la sua disperazione e nel suo canto mise tanta abilità e tanto dolore, che gli stessi signori degli inferi si commossero. Le Erinni piansero, la ruota di Issione si fermò ed i perfidi avvoltoi, che divoravano il fegato di Tizio non ebbero il coraggio di continuare nel loro compito. Anche Tantalo dimenticò la sua sete e per la prima volta nell' oltretomba si conobbe la pietà.
Fu così concesso ad Orfeo di ricondurre Euridice nel regno dei vivi, a condizione che, durante il viaggio verso la terra, non si voltasse a guardarla in viso fino a quando non fossero giunti alla luce del sole.Orfeo, presa per mano la sua sposa, iniziò il suo cammino verso la luce, ma durante il viaggio, ebbe il sospetto di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta ai signori dell’Ade, si voltò a guardarla. Ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto, Euridice svanì ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta.
Invano Orfeo cercò di convincere, per sette giorni, Caronte a condurlo nuovamente alla presenza del signore degli inferi, costui fi irremovibile e lo ricacciò alla luce della vita.


Correva
sulle ali dell’amore
Euridice
soggetto del bel canto.

Le stelle le facevano da manto
e il vento
le sussurrava accanto
versi d’amore.

Aveva già vinto
la furia di Aristeo
e stava per aprirsi
al dolce Orfeo.

Ma l’aspide Crudele,
col suo fiele,
uccise la bella ninfa e stroncò un fiore,
che era nato PER VIVERE d’amore.

Cantò Orfeo tutto il suo dolore,
e il pianto delle ninfe fu il suo coro,
sotto la luna che
brillava ancora.

L’Amore,
più forte della morte,
guidò L’AMANTE
fin nel profondo Avello.

Scese negli inferi,
col suono della cetra,
rivoleva la sua ninfa
dalla pelle di seta.

Suonò il poeta
nel regno delle ombre
e le note sapevano
di pianto.

PROSERPINA, commossa,
e il dio Plutone
riconcessero la vita
ad Euridice.

e Orfeo,
sulla strada del ritorno,
avea, dietro di sé,
la bella sposa.

Pensò a lei,
più dolce di una rosa,
e vinse desiderio
e il veto infranse:

sopraffatto dall’amore,
si girò
e , nella nebbia dell’ Averno,
Euridice scomparve In eterno.
LA FAVOLA DI ORFEO ED EURIDICE testo di andropos
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