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mi cacciano dalla campagna
É passata una trebbia. Il suo rombo
me l’ha ricordato -che è già settembre-
e col lavoro sul campo, campo si
ma sa di battaglie ne ha lasciato
una gran polvere, foglie gialle e
mille tutoli di pannocchie
che a me solo a vederle appese
sapevano già di polenta.
È stata un’estate a sorsi lenti
calmi all’ombra ricercata ai pioppi;
era mia nelle mattine di sole,
stendevo una stuoia da piazza e mezza
e leggendo attendevo mezzogiorno.
Tra calore e cicalidi tormenti
passava spesso un airone.
Ora approntano un capanno all’ombra,
col casotto da cacciatore lo spazio
non è di prima
ed è ora che io trovi un altro luogo.
