Ettore e Andromaca

scritto da glor
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Testo: Ettore e Andromaca
di glor

Sono rimasta folgorata da Ettore e Andromaca. I quadri del pittore metafisico per eccellenza, Giorgio De Chirico. L’artista che sentì la necessità di una realtà diversa. Una realtà che supera gli spazi e gli oggetti conosciuti. Ed ecco che questi si animano di qualcosa di misterioso, enigmatico, che va oltre.
Dipinse questi personaggi mitologici, Ettore, l’eroe troiano cantato nell’Iliade, e sua moglie Andromaca, in molte versioni, ma una mi ha davvero conquistata.
L’eroe troiano, che abbraccia la moglie, lui è un manichino, lei una meravigliosa donna, una regina, che piange, che implora il suo uomo, di non andare in guerra.
L’ineluttabilità dell’esistenza, Ettore è già oltre la vita, non è più un uomo è già in cammino verso la morte.
Andromaca, in carne ed ossa, lo prega. Il marito è per lei padre, madre, fratello, giovane sposo dal momento che ha perso tutti i suoi parenti. Ma nulla può, contro quel sentimento che anima l’uomo.
La paura di essere vile, il timore della vergogna, saranno più forti dell’amore per Andromaca e per il figlio.
E il manichino, già non più persona, colmo di consapevolezza, va verso il suo destino, racchiuso nelle mani di Achille.
Non mi sono chiesta se la mia interpretazione sia corretta, non ha importanza.
In quell’abbraccio, così strano, tra un manichino ed una donna, ho visto il dolore inevitabile.
Ho visto l’amore, che non è sufficiente a rendere felici.
Ho visto l’egoismo dell’uomo, troppo spesso soggiogato dalla conquista, dalla fama, dal successo.
Opera, per me stupenda, pregna di sensibilità e romanticismo, sentimenti appartenenti al secolo precedente, proiettata nel ventesimo secolo.
Ettore e Andromaca testo di glor
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