un vuoto imperfetto

che stanche
e non stanche
le stanze
tagliano
l'ombra

le ombre,
diverse
eppure
le stesse

persiane
mura
l'infranto

l'orgoglio
di un uomo
malato
oppure
già bimbo

quel pianto
insano
della poesia

come
di uno zingaro,
pochi molti
ma veri

e niente
pochi troppi
desideri
mezzinfiniti

ed una nuvola
in calzoni

una parete
che parla,
ma parole
inghiottite
o sputate
dal tempo

e piedi
e anime
scalze

tra un sipario
che sale scende
a luci spente
o sfinite

su noi,
attori non attori
di noi stessi,
e le nostre
minime
vite

cercando
tentando
di-sperando
gli abissi
i lumini
l'Altrove

i giorni,
e le dimenticanze

quelli di prima
quelli di poi

il Padre,
sgrida
senza gridare,
mani e polpette
di mamma,
le spiagge
di mare

e tutte,
ma tutte
le feste di domani
...


muoio da vivo
dentro un pastrano,
bottoni tonnetti
inutili versi

intorno tutti
intorno nessuno
...


'la risata non ride.
la porcellana è ben altra
come la poesia del resto.
e la follia' *

millimetri
sbiaditi
il cuore,
pensieri
come vuoti
a perdere

fatti
strafatti

avanzi
fughe
da fermo

ritorni
senza andate

o viàndare
da sempre

uova alla dante
giotto nascosto
wolfang riposa
vincent sta meglio
fedor s'annoia

naufraghi
senza mari,
e àncore
di vetro
smerigliato
e frangibile

nè manco
castelli d'aria,
di kafka,
e duchi svampiti

processi
e carte bollate
al ripetersi
banale
del male

stropiccio
e accartoccio
settimane
e millenni
come piedi
scalzi
e arrugginiti
di niente

rivango
rimango
rimando
le ore più belle
i ricordi inventati
oppure sperduti
...


imbrunire,
poi mesto
rosso di sera

trasogno
e mi accordo
col comodino
già spento

e spensando,
ritrovo
piccolopiccolo
un degas
capovolto
da un gatto

(matto
più gatto
che me)

o da un algoritmo
sbagliato


oddino,
con cerino
il gechino


* versi da una bellissima poesia
della desaparecida Ninablu,
(dove sei?)