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Ab orbe condito
Ne l'evo Felix de li gai Latini
cinti cum la savia Longa in quel foedo
novi pomeri si poser' divini
Ai pie' dell'Albula narró l'aedo
la nova iliaca cittade sorga
di future stirpi ne sia il credo
La prima mano poi Romolo porga
fier' tracci 'l sacro decuman' de l'Urbe
oltr'il qual niun empio mai si scorga
Eletto Re Numa tra quelle turbe
devot' e pio ringraziò gli Dei
valser' la pace cotal' scelte furbe
Ma poi Tullio Ostilio oltre i propilei
cumdusse que' cittadini Romani
donò la Curia a li sudditi bei
Et Anco Marzio poi ascoltó gl'anziani
ponti et porti eriger'egli 'sì fece
cum fossero nov' operose mani
Coi Tarquini il Sole calerà invece
de l'officio regio ché dissacrato:
che 'l Senato ne faccia or' la vece