Acqua e sale

Lavorare a contatto con le persone è una di quelle cose che non mi ha mai entusiasmata ma che sono costretta a sopportare perché i miei obiettivi sono più grandi del mio presente.  La maggior parte del tempo non sono in vena di smancerie, piuttosto di provocazioni, anche se negli ultimi tre anni ho riscoperto la magia del contatto con l'ignoto e i benefici che posso ricevere gratuitamente tramite una semplice cialda di caffè cremoso. Siamo tutti molto contraddittori e incoerenti e queste caratteristiche non devono necessariamente essere viste come delle nemiche; sono dell'idea che vadano supportate al pari dei loro opposti. 
Per me è stato curioso ricevere quel bigliettino da Loris: sulla trentina, capelli ricci pomposi, occhi gentili. "Un caffè e un cornetto con la marmellata grazie" mi ha detto. "Arriva subito" ho risposto. E così per le tre settimane successive. Un giorno Loris torna al locale, non lo vedevo da due settimane. Prende il solito caffè, mi chiede timidamente come sto e poi con molta calma, mentre conto il resto, mi lascia un post-it giallo paglierino accanto alla cassa. Gli dico: questo è per me? Lui annuisce e timidamente, se ne va. 

"Mi dispiace disturbarti mentre sei a lavoro; ti lascio il mio numero. Se vuoi puoi contattarmi, altrimenti va bene lo stesso."

Ecco, l'ultima frase mi colpì molto. Pensai, le persone così trasparenti e oneste con loro stesse e consapevoli di loro stesse sono molto rare. Non gli scriverò ma spero tornerà a prendere il suo caffè con la sua collega di lavoro. 
Loris non viene a prendere un caffè da più di un mese. Lo capisco ma mi dispiace molto, non è vero che andava bene lo stesso. Questa contraddizione mi ha fatta sorridere, così come sto sorridendo ora, mentre dedico un'intera pubblicazione al ricordo di un ragazzo di cui non mi interessa granché, eppure non ho potuto fare a meno di raccontarlo. Non ho la sensazione di aver terminato la scrittura di questo testo ma sento gli occhi stanchi e voglio chiuderli per riposare.

A presto.