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La solitudine è purtroppo un fatto che accomuna parecchie persone nel mondo, una problematica che dagli scienziati risulta essere circa il 75% dei problemi generali di noi esseri umani.
Molti di noi in realtà cascano in questo profondo stato di solitudine a causa di eventi drammatici, quali la perdita di una persona a cui si tiene molto, l’allontanamento da quelle amicizie considerate da noi importanti ma rilevatosi alla fine non degne di essere parte di noi, ma può scombussolarci anche il fatto di allontanarsi da casa, cambiare vita e conoscenze.
Ai giorni nostri per fortuna possiamo combattere in qualche modo questa problematica attraverso l’utilizzo dei social, che è vero ci fanno parlare con le persone in modo virtuale ma ci fanno mancare un tassello importante ovvero quello della vicinanza fisica.
Ma perché la solitudine possiamo definirla come “la peste nera”?
Beh, la risposta è piuttosto semplice, purtroppo questa problematica se non si ha modo di risolverla in qualche modo, ci farà sentire sempre più soli fino al momento di dire:” Basta, non ce la faccio più, chi me lo fa fare di vivere così questa vita! “; portandoci a compiere atti che non avremmo mai pensato di svolgere.
Purtroppo solo chi l’ha vissuta in prima persona sa com’è difficile da sfangare, in parecchi hanno provato a descriverla nelle loro canzoni, nei film.. ma mai nessuno è riuscito ad esprimere veramente ciò che la solitudine è!
Possiamo citare la mitica Loredana Bertè che nella sua canzone mare d’inverno, rappresenta in maniera molto poetica quello stato di solitudine presente nell’animo umano di ognuno di noi che è presente in molteplici situazioni.
Un concetto fondamentale che la Bertè vuole cercare di far comprendere a tutti coloro che ascoltano la sua canzone è quello di dire:” Tranquillo, tutto passerà, ci vorrà del tempo ma tutto si risolverà. “
Volendo possiamo nominare anche film che hanno come obbiettivo principale quello di descrivere la solitudine, possiamo citare il film di Tom Hanks ovvero Cast Away , il film parla di questo uomo che si trova in aereo per raggiungere il suo prossimo incarico quando all’improvviso l’aereo precipita nell’oceano.
Lui riuscirà a salvarsi ma si ritroverà in un isola deserta dove dovrá cercare di sopravvivere solamente con ciò che l’isola ha in servo per lui.
Lui sarà da solo, nel senso più puro del termine dove sarà in continua lotta con la natura ma sopratutto con la sua sanità mentale che viene messa a repentaglio proprio dalla solitudine
Lui cercherà di combattere la solitudine prendendo un pallone che l’aereo aveva trascinato fino a riva dandogli il nome di Wilson, dove disegnerà una faccia, con cui inizierà a intraprendere varie conversazioni pur di restare sano di mente e non cadere nell’abisso della follia fino all’arrivo dei soccorritori.
In qualche modo bisogna cercare di combattere questa sensazione e avere la meglio su di lei, perché se ci faremo surclassare, arriveremo in quel punto di non ritorno e da lì, la solitudine sarà parte di noi, e noi stessi non ci saremo più.