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Questa notte, scelgo di morire dentro. Scelgo di tornare a quel dolore che un tempo mi teneva sveglio. Scelgo di perdermi ancora, per capirmi meglio. Per capire chi ero, e chi sono diventato.
Pensiamo spesso che le nostre azioni non feriscano chi ci sta vicino. Anche quando loro, nei momenti più difficili, ci dicono: "Ti stai facendo male da solo, io quel dolore non lo sento... Posso solo consigliarti, perché anch’io l’ho vissuto."
Ma io quel dolore lo sento. Lo vedo negli sguardi, nelle parole, nei gesti spezzati delle persone. Quella sensazione di essere persi, di non bastare mai. Di volere di più, di dover ottenere di più dalla vita. Quella fame che non si spegne e ti tiene sveglio la notte, riempiendoti la mente di pensieri sbagliati.
Quando guardi i tuoi genitori e nei loro occhi leggi che non sei all’altezza… quel peso ti si pianta dentro. Ma la verità è che siamo noi a ferirci da soli. Siamo noi a decidere se vivere bene o vivere male. A distinguere il giusto dallo sbagliato in base a ciò che ci hanno insegnato, non sempre a ciò che sentiamo.
Tutto quello che ci portiamo dentro può diventare veleno. A volte, chiudiamo gli occhi e ci inventiamo un mondo solo per sopravvivere. Ma non è la verità.
Corriamo ogni giorno dietro a cose inutili, cercando pace, leggerezza, una felicità che in realtà è sempre stata lì, a pochi passi. Ma non la vediamo perché continuiamo a cercarla nel posto sbagliato.
E così distruggiamo noi stessi. Distruggiamo le relazioni. Scarichiamo sugli altri il peso della nostra tempesta.
Possiamo salvare solo noi stessi. Possiamo aiutare, sì, ma alla fine ognuno sceglie da solo se vivere davvero o sopravvivere. Perché vivere… non è passare il tempo. Vivere è sentire ogni emozione. Bella o brutta che sia. Vivere è dare vita a chi ci sta accanto. A chi abbiamo davvero vicino.
Io mi sono perso per anni. Ho cercato la felicità negli altri, in una relazione, in uno sguardo. Ma era accanto a me, solo che la guardavo con occhi pieni di dolore. Occhi stanchi di un mondo che pensa solo a se stesso.
La formula per stare bene non esiste. Esiste solo un gesto semplice: portare i pensieri in linea con le azioni. E io l’ho fatto. E mi sono ritrovato.
Dopo nove anni, ho riscoperto la parte più vera di me. Vivendo. Anche se vivere fa paura. Anche se vivere fa male, a volte.
La vita è come scalare una montagna. Se sei debole, non inizi nemmeno. Ma se smetti di uccidere ogni tentativo col pensiero, allora forse sali. Forse cadi. Ma forse… salirai di dieci, venti, cinquanta metri.
Sta a te scegliere. Sempre.
Scegli se stare bene o restare nel dolore. Scegli chi vuoi essere. Scegli se desiderare, e lottare, per ciò che ami.
Viviamo in un mondo in cui ci si perde. Ragazzi che a vent’anni non sanno chi sono. Non per colpa del mondo, ma perché non si sono mai incontrati davvero.
E quando ti perdi, la solitudine ti sembra un rifugio. Ma è una trappola. Ti coccola, ma ti spegne. Ti cambia. Ti porta sul fondo. E se non sei forte abbastanza, ci resti.
Nessuno nasce pronto per scalare. Ma se ti fermi prima ancora di iniziare, hai già perso.
Lascia andare i pensieri che ti distruggono. Lascia andare le voci che ti hanno appesantito. E dona al mondo quello che sei, veramente.