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Che triste il destino di un marinaio,
costretto in balia delle onde a gettare al vento la propria vela;
ma ognuno di essi spera nella sua Terra Promessa.
E io, svegliandomi nuovamente in questa angusta cuccetta,
oggi non sento più l’ondeggiare del vascello.
Scendendo dal battello ormeggiato,
le storie dei miei compagni non sembrano più fantasie:
i profumi più surreali,
i suoni più stravaganti,
e i colori più appariscenti mi tingono i sensi,
e io — io ne sono innamorato.
Chi cerca oro e ricchezze,
sfarzo e lussuria,
non capirà mai la bellezza della semplicità:
l’amore che un marinaio prova per la terraferma
dopo mesi in cerca d’approdi,
innumerevoli illusioni,
e isole troppo lontane da raggiungere.
Ma finalmente ti ho trovata,
Cascadia, mio amore eterno,
in questo mare di arcipelaghi e promesse vane.
Quante notti ti ho sognata e desiderata,
e invano cambiavo rotta per cercarti.
Non sei mai scappata da me:
sei sempre stata qui.
La cecità dei miei occhi,
l’insensibilità della mia pelle,
ti hanno portata via;
ma tu non ti sei mai allontanata,
e nel buio io ti cercavo.
Chi ti raccontava non vedeva le tue ricchezze,
oh mia terra promessa,
ma in te vedeva solo pericolo:
“una terra selvaggia, da dominare ad ogni costo.”
Questo eri per loro.
Ma questo non sei per me.
Sulla tua pelle splende il sole estivo,
e scuro il tuo suolo diventa al bruciar del giorno;
sei nera, e mia preziosa,
una terra fertile,
sogno di ogni marinaio.
Ti ho cercata,
e ti ho trovata,
seguendo il tuo profumo lasciato sulle mappe;
ora ti sono vicino,
e il tuo aroma è diventato il mio respiro.
Le mie orecchie gioiscono ai tuoi dolci canti:
un cuore che batte non può essere fermato,
se non dall’odio —
ma in te risiedo solo io,
e io non ti ho cercata per odiarti.
Né per temerti.
I tuoi pianti sono i miei,
le tue risate le mie;
da quando ti ho trovato,
ho vissuto con te la stessa vita,
sotto lo stesso cielo,
la stessa luna.
Non tu hai creato distanza fra noi,
ma io —
credendo di sbagliar via,
seguendo le stelle mutevoli,
i soffi contraddittori del vento —
mi allontanavo da te,
che già mi attendevi.
Ora i miei piedi toccano la tua sabbia,
e il mio cuore è naufrago felice.
Non cerco più altre rotte,
non sogno più altre isole:
sei tu la mia fine e il mio principio.
Qui poserò l’ancora,
e getterò via la bussola.
Che i miei compagni inseguano il mito.
Io ho trovato la verità.