La finestra

scritto da brunotraven2016
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Autore del testo brunotraven2016

Testo: La finestra
di brunotraven2016

Il formato della fotografia è rettangolare, sviluppato in verticale. Lo sguardo, catturato dalla cornice, entra senza esitazioni nell’interno di un appartamento cittadino. Le superfici sembrano innocue: porte verniciate di bianco, pavimenti rivestiti da piastrelle decorate con discreta eleganza. Sembra un quadro di Felice Casorati, ne possiede le stesse caratteristiche distintive: un ambiente borghese, ordinato, costruito con cura. È una scena comune, rassicurante. Forse troppo.

Il taglio verticale pare studiato per catturare il gesto immobile di una porta socchiusa verso l’interno di una stanza. Di quella stanza ci giunge solo un indizio: una piastrella con disegni romboidali, più grandi e solenni di quelli che, sullo sfondo, scandiscono il corridoio. La porta divide la foto a metà, con una simmetria quasi ossessiva. A sinistra, un’anta spalancata con naturalezza; a destra, un’altra porta, più stretta, con una vetrata opaca che lascia intravedere soltanto l’enigma della sua oscurità.

Tutto appare calmo, come in una pittura domestica che promette stabilità, ordine, immobilità. Un interno borghese che sembra volerci rassicurare: qui nulla accade, nulla può incrinarsi. Eppure, basta soffermarsi un attimo di più perché la calma inizi a vacillare.

C’è un’ombra, discreta ma irregolare, che si insinua sulla parte destra del muro. A un primo sguardo non significa nulla. Ma se qualcuno, spinto da un impulso di curiosità, vi accostasse una lente d’ingrandimento, allora scoprirebbe un dettaglio disturbante: la superficie del muro, lassù in alto, non è liscia come sembra. Un lieve sfilacciamento, un’increspatura. Come se dietro quell’apparente solidità stesse premendo qualcosa di diverso, di più vivo.

È come se la fotografia fosse in attesa di un gesto che ancora non è accaduto. E se fosse possibile entrare davvero dentro la scena, varcare il bordo della cornice, allora la ragione di quell’ombra si rivelerebbe con spietata chiarezza.

La calma si spezzerebbe in un istante. Il nostro sguardo, precipitato oltre il confine, incontrerebbe l’origine del disturbo: non più un interno immobile, ma un atto di violenza congelato nell’attimo prima dell’esplosione. Un uomo, il volto contratto da un’intensità feroce, leva in alto un pugnale. La lama, lucida, vibra immobile, sospesa in aria come se attendesse il nostro respiro per calare. Davanti a lui, ignaro, un altro uomo siede allo scrittoio, intento a scrivere, chino sotto la luce filtrata da una finestra.

Il colpo sta per abbattersi, e la fotografia — così calma, così silenziosa — non è che il fermo immagine di quell’attimo prima. Noi, che siamo entrati troppo dentro, ne diventiamo complici involontari: sappiamo ciò che accadrà, ma non possiamo fermarlo. E mentre la lama si abbassa, trattenuta solo da un istante eterno, non ci resta che levare in alto un grido.

Ma è proprio così? per una volta l'osservatore, il lettore di gialli non potrebbe entrare dentro quella fotografia e da passivo spettatore del mondo trasformarsi in attivo fattore della storia? Ebbene sì, tu osservatore, pavido lettore di gialli che assommi in te la teoria del sublime cioè quella che implica l'osservazione del disastro al riparo di un punto il più sicuro possibile. È questa la teoria del sublime di Immanuel Kant, giusto? quando la natura mostra forze distruttive e in quanto spettatori, purché non siamo in pericolo reale, percepiamo la potenza della natura e nello stesso tempo riconosciamo che come esseri razionali siamo indipendenti da essa. Da qui nasce il senso di grandezza morale, secondo il filosofo di Königsberg. Ebbene per una volta cambierai le carte in tavola: entrerai in quel quadro e cercherai di salvare quell'uomo alla scrivania!

 

 

La lama tra le vostre mani. Con uno strappo disperato riesci a spingerla verso l’alto: il colpo non cade. L’assassino vacilla, ti guarda con disprezzo.

«Hai rovinato tutto. Senza il gesto non c’è storia. Nessuno ha mai potuto fermare Napoleone nella Storia prima che compisse il suo destino, né Giulio Cesare! I grandi assassini della Storia altroché i dittatori del 900, erano dei praticanti a riguardo di questi mostri… oggi sono celebrati come Eroi dalla Storia e tu adesso cosa vorresti fare?»

«Meglio nessuna storia, che un destino di sangue. Io oggi voglio salvare quell’uomo che stai per uccidere!»

“Stupido… cosa vorresti salvare Cristo dal Golgota?... se fosse così non ci sarebbe più nessuna storia… è il Male il motore della Storia dell’umanità… non puoi farci nulla!”

E allora tu ti fiondi sulla mano e lo disarmi stringendo nel pugno il pugnale, delle gocce di sangue cadono sul pavimento della stanza. Ti rendi conto che è tuo il sangue che cola.

“Stupido… non sai cosa hai fatto”, esclama l’altro e scappa dalla stanza e attraverso il corridoio in strada.

Le sue grida risuonano fuori in strada:

“Non sai quello che hai fatto”

L’uomo alla scrivania si alza, confuso. I suoi occhi ti sfiorano: non sa chi sei, ma capisce di essere stato salvato.

E allora ti guarda:

“Grazie di avermi salvato, te ne sarò riconoscente per sempre!” dice l’uomo e intanto nota vicino alla scrivania una valigetta nera da medico e una libreria.

Legge alcuni titoli e si rende conto che sono trattati di medicina si rende conto che si trova nello studio di un dottore.

“La ringrazio di cuore le sarò per sempre grato, io sono il dottor Sir William Withey Gull, primo baronetto di sua Maestà Vittoria e suo medico personale, qui per servirvi!” e accenna un inchino.

Non appena stringe la mano dell’uomo che appena salvato, le pareti della stanza vibrano, si incrinano, e lui è di nuovo a guardare la foto. La stanza non mostra più minaccia: solo un interno borghese, ordinato, immobile.
Ma nello specchio della porta opaca resta un’ombra, simile a un graffio: il segno che qualcosa è accaduto e non potrà mai essere del tutto cancellato.

È soddisfatto di quello che ha fatto, alla fine il bene trionfa pensa. Guarda il cellulare che riporta una notizia sensazionale e storica

 

Londra, 16 settembre 2025

Scoperta shock: il vero volto di Jack lo Squartatore

Un mistero che ha ossessionato Londra e il mondo per oltre un secolo e mezzo sembra oggi aver trovato una risposta definitiva. Nuove analisi di laboratorio sul DNA, condotte da un’équipe internazionale di genetisti e storici forensi, hanno identificato Sir William Withey Gull, eminente medico vittoriano e primo baronetto Gull, come il vero “Jack lo Squartatore”.

I risultati, pubblicati ieri e verificati da un panel indipendente di studiosi, derivano dal confronto di campioni biologici conservati su un fazzoletto appartenuto a una delle vittime e residui genetici provenienti da effetti personali di Gull, ancora custoditi dalla sua famiglia discendente. La corrispondenza è stata giudicata «inequivocabile».

Sir William Gull (1816–1890), già medico personale della Regina Vittoria, era stato più volte evocato nelle teorie cospirative dell’epoca, ma mai direttamente incriminato. La sua posizione elevata nella società britannica e la sua fama di uomo di scienza avevano sempre garantito un’aura di intoccabilità.

«È un esito che riscrive la storia — ha dichiarato la professoressa Margaret Ellison, coordinatrice del team di ricerca —. Le prove indicano che i delitti non furono opera di un oscuro artigiano dei bassifondi, ma di una figura al vertice dell’élite vittoriana».

Il dibattito storiografico è destinato a infiammarsi ancora, ma per la prima volta la leggenda di Whitechapel sembra aver trovato un volto preciso, e un nome insospettabile.

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