Il futuro

scritto da Pedrino
Scritto 4 anni fa • Pubblicato 4 anni fa • Revisionato 4 anni fa
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Autore del testo Pedrino

Testo: Il futuro
di Pedrino

Futuro

Non nevicava più, ma per terra c'era uno spesso strato di neve e l'auto avanzava a fatica per le strade deserte. La luce grigia dell'alba era fredda. Era agosto, ma poteva essere gennaio o aprile.
Io  avevo ascoltato
le storie che mi raccontava mio padre, non riuscivo neanche ad immaginare come era il clima della terra un secolo e mezzo fa, ho letto che c'erano periodi freddi, periodi temperati, e periodi caldi. Ora non è più così, ora in una settimana puoi avere 39 gradi il lunedì e mezzo metro di neve il giorno dopo, una grandinata il mercoledì...insomma da tanto sulla terra non c'erano più le stagioni. Tutto era cominciato intorno al 2040, tutte le nazioni si incontravano da più di 40 anni per discutere sui problemi del clima, avevano cominciato con il primo incontro nel 1997 con il protocollo di kyoto. Presero grandi decisioni in quell'accordo, tutti accettarono le condizioni per diminuire la causa di quel cambiamento climatico, l'inquinamento. Per tutti furono solo parole, non fecero nulla, troppo attaccati ad un'economia d'assalto. Si diedero la colpa all'altro, per il cambiamento del clima e non si arrivò mai ad un'alleanza per salvare il pianeta.
E il clima cambiò, ci furono grandi carestie, con esse le guerre per accaparrarsi il cibo e l'acqua dolce che era diventata il bene più prezioso sul pianeta. Poi, le pandemie diedero un altro duro colpo alla razza umana. La  popolazione mondiale calò, diminuì de 70% nei primi 30 anni e poi dopo altri 20 sulla terra si contava una popolazione di solo 18000000 di abitanti. C'erano due tipi di uomini, i cacciatori e i subway coltivatori.I cacciatori vivevano in superfice si cibavano quasi esclusivamente di carne, cacciavano o pescavano quei pochi animali rimasti sulla crosta terrestre e raccoglievano i pochi vegetali che trovavano. I più fortunati si muovevano come noi, con le auto elettriche, roba  arrivata dal secolo scorso, erano state inventate e costruite intorno alla metà del ventunesimo secolo quando tutti pensarono che era venuto il momento di salvare il pianeta e non all'economia. Era troppo tardi. Comunque con i pannelli fotovoltaici riusciamo  a caricare quando c'è il sole le batterie al palladio che continuano ad essere molto efficenti e quando con questi mezzi riusciamo a correre dietro alle nostre prede, ucciderle e cibarcene. Quando si rompono, smontiamo i ricambi da quelle abbandonate in tutte le metropoli deserte del mondo.  I sub coltivatori vivono sotto la superficie terrestre, in quelle che erano le metropolitane nelle grandi città, coltivano dei piccoli orti sfruttando l'energia geotermica che traggono dalle viscere della terra. Con quella energia illuminano e scaldano gli ambienti e le serre, usano l'acqua delle sorgenti sotterranee ed ultimamente anche quella che filtra dalla superfice  visto che la presenza di anidride solforosa è calata molto negli ultimi 50anni. Ora sono qui con la mia compagna ad inseguire un cinghiale sono 6 ore che seguiamo le tracce per le strade di quella che era Roma, non possiamo permetterci di farcelo scappare. Nina, accanto a me è pronta con arco e frecce a colpirlo appena saremo ad una distanza appropriata. L'urbe sembrava essere ritornata ai tempi della calata dei barbari, con in più nello ski line i grattacieli moderni in disfacimento. La cosa che colpisce di più, è il Colosseo, lo avevo visto in molte raffigurazioni, ed è uguale non si era mossa una pietra, quasi a prendere in giro la distruzione che gli sta intorno. Il cinghiale con la neve lascia visibilissime tracce. Anche lui con la neve fa fatica a muoversi. Finalmente l'ho vedo, e lui sente il nostro odore. È terrorizzato comincia a muoversi più velocemente, per quello che può, ma il nostro veicolo fortunatamente ha le batterie cariche e non ci metteremo molto a raggiungerlo, le ruote in teflon ricoperte con le pelli di foca ci permettono di arrancare speditamente nella neve. E finalmente è a tiro. Nina incocca la freccia nell'arco e la fa partire. Il cinghiale continua la sua corsa per qualche secondo poi si blocca e stramazza a terra. Solo adesso mi accorgo dove abbiamo raggiunto la nostra preda, siamo in quella che era stata piazza S. Pietro, il cupolone è per metà crollato ma ancora in grado di mostrare tutta la bellezza e la sacralità che aveva avuto, chiudo gli occhi e ringrazio quel Dio per il cibo che ci ha donato.
Il futuro testo di Pedrino
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