Littera magno homini

Ciao, grande uomo, da umile artista parlo alla tua fioca immagine che vaga e svolazza per i miei pensieri.
Molte volte mi rendo conto che nei luoghi pubblici non manchi l’arte, ma che non ne venga colta l’essenza. D’altronde l’arte è ovunque. I grafiti sui muri, i vestiti delle persone, la musica nei locali. Ed è bello, tutto questo. Fantastico, rettifico: espressività. Mi dà un po’ di consolazione, questo credo.
“Ma il mondo necessita davvero degli artisti?”
Questa è la domanda che si pongono molte persone. Perché sono gli artisti che mettono a disposizione, tutto questo!
Ma noi comprendiamo davvero cosa è, tutto questo?
Per niente.

E così, mentre la sedia scricchiola, nelle notti fonde dove regna il silenzio e l’unica luce presente è quella dell’ingegno, colui che coglie afferra in mano la penna e tinge di inchiostro la sua arte mettendo al mondo il suo mondo.
E a chi importa, dico, se quel mondo non viene compreso dalla maggiorità?
Colui che coglie coglierà!
Ed è presuntuoso l’atto di sperare che le persone colgano ciò che hai creato?
Assolutamente sì.

Dunque oggi mi sento di omaggiar te, uomo che mi ha toccato dove pochi, niuni, zeri riescono.
Colui che, insieme agli altri intellettuali, nella fonda notte, tinse di vita i suoi racconti e nessuno raggiunse.
Col tempo, però, tutti hanno capito che l’unica cosa a fermarli era il tempo.
E il tempo stesso non è stato in grado di fermarti, infatti è arrivato fino a qui.

Con rispetto,
L'artista.