che puzza quell' odore

scritto da Hank 81
Scritto 12 anni fa • Pubblicato 12 anni fa • Revisionato 12 anni fa
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Autore del testo Hank 81

Testo: che puzza quell' odore
di Hank 81

Che puzza quell'odore!

Il problema era che non mi bastava mai.
Ero grande da un bel pò per certi discorsi, ma ogni volta che ripartivo provavo la stessa sensazione di insoddisfazione. Mi sentivo come se avessi lasciato in sospeso qualcosa; non avevo detto tutto, non avevo litigato abbastanza, non avevo baciato quelle labbra per tutto il tempo che avrei desiderato. E ancora: mi ero perso qualche suo movimento, un sorriso, uno sguardo, una smorfia...
Avrei voluto sbranare la mia dignità e dirle tutto quello che pensavo, spalmarle addosso le mie stupide parole messe in fila l'una dopo l'altra in un patetico corteggiamento post diluviano. Avrei voluto urlarle in faccia, Cristo quanto sei carina la mattina al primo risveglio, e fare una pessima figura perché non sono bravo ad urlare.
L'odore della sua pazzia me lo portavo dietro, lo sentivo sulle dita della mia mano sinistra mentre, ad una velocità di trecento chilometri orari, mi allontanavo da essa.
Ma poi, si può fuggire da un odore?
Ci si può sottrarre ad una passione?

L'odore era divenuto più forte, si era amalgamato per tutto quel vagone, stipandosi in ogni dove.
Era l'odore della vita, di ciò che muoveva il mondo e fin quando avrei continuato a percepirne l'essenza, nessuna catastrofe mi avrebbe impedito di tornare, di sopravvivere ad un altro giorno.

Per dirla tutta, almeno in parte, era un odore di casa, un buon profumo. Sarebbe stata una tazzina perfetta in un ipotetico appartamento degli oggetti per la casa.
Una tazzina piena di un ottimo caffè dal retrogusto amaro.

Una vera ossessione quel dannato odore.
Credevo fosse arrivato direttamente dal più basso inferno, fosse uscito fuori direttamente da un sospiro di Lucifero in persona.
E adesso mi tormentava, mi vessava, mi tentava e aumentava il mio grado di pazzia in quella prigione di sensi.
Gli uomini erano stati capaci di inventare di tutto, di esplorare tutto il globo e oltre, di scendere a profondità inaudite, di connettersi istantaneamente con chiunque a qualsiasi distanza.
Ma avevano fallito.
Avevano fallito parecchio.
Non erano riusciti ad inventare nulla per cancellare un odore.
Per cancellare un'idea, un emozione.

Ero perduto e smarrito nel regno di sua maestà "Odor di donna".
Questo sire dimorava in uno splendido castello che sorgeva in mezzo a due monumenti religiosi chiamati "Tempie", al di sotto dei quali si aprivano due sorgenti naturali che di tanto in tanto fornivano dell' acqua pura.
Il castello era tutto d'oro con le finestre di ambra e le catene di diamanti.
Il re soleva ritirarsi nella torre del palazzo che a differenza del resto non era d'oro ma bensì d' avorio.
E lì, in quella torre d'avorio, sua maestà "Odor di donna" si divertiva a torturare i suoi prigionieri.

Anche io lo ero...

In un baleno l'odore divenne puzza, un tanfo tremendo.
Ero giunto nella capitale.
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