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PALESTINA LIBERA PALESTINA LIBERA
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BOLOGNA LO SA DA CHE PARTE STARE PALESTINA LIBERA DAL FIUME FINO AL MARE
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LEVE LEVE LEVE PALESTINA LEVE LEVE LEVE PALESTINA
Urla estremamente umane e disperate, il mondo è in lutto.
Mi viene da piangere. Voglio piangere e versare lacrime per quel popolo, anche se probabilmente non immagino neanche la sofferenza che questo mondo gli ha causato.
Piango perché vorrei solo poter dimostrare a quella bambina a Rafah e a quel pastore del Masafer Yatta che esiste un briciolo di umanità e amore in questo mondo. Vorrei urlare che c’è qualcuno che li pensa e li ama, nonostante le violenze e la disperazione.
Piango perché mi sento impotente e disgustata da chi ci governa che fa i propri comodi e pensa a come sfruttare la situazione per la propaganda, senza ascoltare le urla di un popolo.
Piango perché sono complice, dov’ero prima? Dov’ero quando gli israeliani diventavano sempre più acciecati dall’odio e si preparavano alla pulizia etnica?
Piango perché voglio conservare questo dolore nel cuore, voglio che rimaga indelebile, perché non mi permetta più di essere indifferente davanti a un popolo assassinato.
Piango perché tutte le vite palestinesi rubate non le riporterà indietro nessuno e questo è un dolore troppo grande.
Piango. Vi prego basta, vi supplico e vi supplichiamo insieme: non ci interessa se ne risente l’economia, se ne risente la nostra posizione di forza sugli altri stati, non ci interessa niente, vogliamo solo che si riconoscano le violenze che Israele sta attuando, vogliamo solo che nessun uomo, nessuna donna, nessuna bambina e nessun bambino, nessun adolescente, nessun giovane nessun anziano, nessuno, debba continuare a morire davanti ai nostri occhi.
Allora l’unica cosa che ci rimane da fare è piangere e urlare, per farci sentire e sperare di essere ascoltati. Chissà se le nostre lacrime, messe tutte insieme, possano arrivare almeno a quel pastore e quella bambina, per dire loro che non sono soli.