Ia e Io; un (altro) esperimento

scritto da Rubrus
Scritto 14 giorni fa • Pubblicato 14 giorni fa • Revisionato 14 giorni fa
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Testo: Ia e Io; un (altro) esperimento
di Rubrus

Visto che se ne fa un gran parlare (e sparlare), ho preso un mio racconto del 2009 (quindi la IA non esisteva), ho preso Chat GPT versione base e gli ho chiesto di farmi un’analisi formale e di contenuto evidenziando i punti critici e indicando possibili migliorie.
Mi è sembrato giusto prendere un racconto SF, ma avrei potuto prendere un altro.
A questo punto, penso che sia necessario fare due premesse.
La prima è che il racconto è interamente umano – altrimenti, che razza di esperimento sarebbe? Potete non credermi, ma a queto punto smettete di leggere perché perdereste solo tempo.    
La seconda è che a mio parere non si deve guardare chi, anzi “cosa” ha formulato le osservazioni, ma se le stesse sono, oggettivamente, condivisibili.
Se non lo sono, lo strumento è inutile ed è inutile andare avanti.
Se lo sono, almeno in parte, lo strumento è utile e solo allora ci si può domandare se sia lecito o no e in che misura usarlo. Insomma, prima analizzare l’oggetto, poi, trarre le conclusioni. Se si fa l’inverso, si inanellano solo pregiudizi (ribadisco letteralmente “pre” - “giudizi”). 
Non sto facendo, per ora filosofia morale, solo studiando uno strumento di scrittura con cui, piaccia  o no, si deve fare i conti. La filosofia, dopo, semmai. (io la mia opinione, in proposito, ce l’ho, ma non è rilevante in questa sede)
Per trasparenza, ho messo in corsivo che cosa IO penso delle osservazioni formulate dalla macchina (sì, lo so, ogni scarrafone ecc ecc) e letteralmente riportate. 
A lettura ultimata, ne esporrò un’altra che mi pare la più importante.

Ma adesso, il racconto. 

GEMELLAGGIO - pubblicato qui tre o quattro anni fa, ma risalente al 2009.

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto e tanti saluti all’ampiezza di vedute. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna.
Ma Shassta non era né donna né uomo.
Non era neppure un essere umano.
Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché sibilò: «Spero di non aver fatto qualcosa di sbagliato».
«Non fa nulla» mentì Max. Distolse lo sguardo e lo puntò su Kundalini che galleggiava azzurrognolo sull’orizzonte. Sopra di lui Crotalo e Cobra si muovevano lentamente l’uno verso l’altro come se volessero scontrarsi. Naturalmente non sarebbe accaduto. Viaggiavano su orbite diverse, ma la differenza di proporzioni creava questo bizzarro effetto prospettico.
«Credo dipenda da quelle» disse Shassta.
Rettili.
Alieni.
E il primo contatto era avvenuto solo cinquant’anni prima.
Decisamente troppo poco per un gemellaggio interplanetario.
E invece…
«Quelle enormi ghiandole che avete sul petto. Non so decidermi se sono più ridicole o orribili» precisò Shassta.
«Ehi, ora sì che hai detto qualcosa di sbagliato» rise Ambra.
Si trovavano su una spiaggia di Herpetia – inutile provare a dire il nome indigeno del pianeta dei Rettili: la loro lingua era un insieme di gorgheggi, trilli, fischi, schiocchi, simile al canto degli uccelli, del tutto impronunciabile per un apparato vocale umano e sopperiva alla pressoché totale inespressività dei loro volti. Viceversa, i rettili non facevano troppa fatica a parlare le lingue umane. "Come i pappagalli" – pensò Max.
«Non volevo offendere» si scusò Shassta.
«Siamo scienziati» rispose Ambra «semplice interesse antropologico».
Per questo erano stati scelti. Max e Ambra da una parte e Shassta e Srexis (la compagna di Shassta che stava uscendo in quel momento dall’acqua) dall’altra.
Alcuni umani erano stati mandati su Herpetia e alcuni Rettili sulla Terra. I gruppi erano stati selezionati per affinità ed erano molto piccoli. Anche Shassta e Srexis erano studiosi del comportamento. Oltretutto, la struttura di base della società dei rettili aveva alla base qualcosa di molto simile alla famiglia: coppie tendenzialmente stabili con prole che lasciava il nucleo di origine una volta raggiunta l’età adulta.
«Naturalmente» convenne Shassta. «anche da parte vostra c’è un interesse… come dire… saurologico?».
«Naturalmente» disse Max.
Il problema era che tutto si stava rivelando molto più difficile del previsto. Ma non per le differenze tra razze aliene, bensì per le affinità.
Per la miseria, quelli erano Rettili. E, per i Sauriani, lui e Ambra erano… Topi (be’, animaletti molto simili), la razza più evoluta di mammifero che esistesse su Herpetia. Quanto al dannato pianeta... Praticamente la stessa atmosfera (un po’ più di ossigeno), la stessa gravità (quella di Herpetia era un po’ più bassa) e la stessa temperatura – anche se Herpetia era un po’ più calda della Terra e non esistevano stagioni.
Praticamente impossibile, dal punto di vista probabilistico. Tant’è che era saltata fuori subito, e condivisa da tutte e due le parti in causa, quella che Ambra chiamava la Grande Non Spiegazione: in tempi remoti una terza razza aliena era arrivata sulla Terra, aveva portato via alcuni dinosauri e li aveva trasportati su un altro pianeta, magari terafformandolo quanto bastava; lì i rettili si erano evoluti in una specie intelligente dalle caratteristiche decisamente umanoidi.
Si chiamava Convergenza Evolutiva.
Esisteva. Esisteva, no?.
Certo che esisteva, ma a tutto c’è un limite,
D’altra parte, scartate tutte le ipotesi possibili, quella che rimane, per quanto improbabile..
L’enigma, comunque, restava come una sorta di muro invisibile tra le due razze.
Anche se, come Ambra e Max avevano scoperto poco dopo lo sbarco su Herpetia, non era quello il problema principale.
Il vero problema era la sensazione di trovarsi in un dannato rettilario.
«Sentite» disse Srexis sdraiandosi al sole (Yig, nella lingua nativa) per riportare la temperatura corporea a un livello ottimale. La pelle, umida, era di un verde brillante «Penso che sia meglio dirsi le cose senza reticenze Tutto quello che troviamo… fastidioso, spiacevole o anche soltanto strano gli uni nei confronti degli altri. Non credete?».
«Abbiamo un detto, sulla Terra: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”. E, dato che l’idea è vostra...».
Srexis esitò, poi disse «Ecco… è come mangiate, tanto per cominciare».
«Come?» Ambra era decisamente sorpresa. Avevano gustato il cibo locale senza troppa difficoltà. Certo, non avevano adoperato posate perché quelle locali erano concepite per creature tridattili così le avevano sostituite con minuscoli spiedi però…
«Non è tanto il come» proseguì Srexis «ma il quanto. Sappiamo che l’ottanta per cento serve a mantenere costante la temperatura corporea, però...».
«.. però vederlo fa tutt’altro effetto» concluse Shassta.
Neanche sulla Terra era di buon gusto, per un ospite, abbuffarsi come se non ci fosse un domani, pensò Max, però su Erpethia la scala dei valori poteva essere differente. «Potete essere più specifici?» chiese.
«È spaventoso. È come assistere al pasto di belve feroci» rispose Shassta.
Avevano paura, comprese Ambra. Non era semplice disgusto.
«Sul vostro pianeta gli sbalzi di temperatura sono molto più rilevanti che da noi, perciò essere omeotermi costituisce un vantaggio notevole. Mantenere la temperatura costante, tuttavia, richiede una grande quantità di cibo...» disse Srexis.
«...e il bisogno di cibo vi rende particolarmente aggressivi» riprese Shassta «Voi non ve ne rendente conto, ma per noi è diverso. Del resto...» aprì la bocca mostrando i piccoli denti aguzzi, tutti simili «noi siamo carnivori che sono poco a poco diventati onnivori, voi granivori che hanno imparato a mangiare carne».
“Rettili pacifisti” – pensò Max trattenendosi dal dirlo – “questa dovevo ancora sentirla” «Insomma, il sangue caldo rende feroci» disse invece. Era un po’ piccato, ma doveva ammettere che la teoria reggeva.
«Oh, quella è la ragione secondaria» disse Shassta «la ragione principale, secondo noi, è... » Fu Srexis a indicare, un’altra volta, il seno di Ambra «Non troviamo affatto attraenti quelle gobbe abnormi. È evidente che non possono essere piene di latte. A proposito, lo sapete che è sudore modificato?».
«Certo» fece Ambra, stizzita suo malgrado. Ne aveva avuto la conferma proprio lì, su Herpetia. I mammiferi del pianeta non avevano ghiandole mammarie vere e proprie. Le femmine producevano una abbondante sudorazione e i piccoli suggevano il liquido che stillava dai peli del petto.
«Si tratta evidentemente di una forma di competizione sessuale. Proprio come l’apparato urogenitale dei vostri maschi. Del tutto sproporzionato e sovradimensionato rispetto alle necessità».
Max non seppe se sentirsi lusingato o offeso. Sapeva che Srexis aveva ragione: gli studi sui primati terrestri lo confermavano: forma e dimensioni dell’apparato riproduttivo maschile erano ("anche", sottolineò mentalmente) richiami sessuali.
«Ancora una volta, non intendiamo offendere» disse Shassta «anche con la nostra specie l’evoluzione ha usato il medesimo trucco. Solo che funziona in modo diverso».
«Dimorfismo sessuale» disse Ambra. Le femmine dei Sauriani erano molto più piccole dei maschi. Shassta era alto circa un metro e mezzo, ma Srexis superava di poco il metro.
«Precisamente. Ora seguite il mio ragionamento» disse Srexis «sei un bipede intelligente, o aspirante tale, con arti prensili in un ambiente selvaggio. La tua vera arma è il cervello, ma per svilupparlo occorre tempo. Anni. Occorre che un individuo, la madre è la scelta più logica, se ne occupi in via esclusiva per un pezzo. Ecco quindi che almeno un altro individuo, il padre diciamo, le procuri il cibo e la protegga preservando così anche i propri geni. Da questo punto di vista le nostre specie hanno caratteristiche identiche, non trovate?».
«Conosco alcune persone, sulla Terra, che la pesterebbero a sangue per aver detto una cosa del genere».
«Sull’uguaglianza tra noi e voi?».

«Non esattamente, ma prosegua».
«Una volta deposto l’uovo, i nostri nidi devono essere protetti; in più, dopo la schiusa, i nostri piccoli sono inetti, proprio come i vostri. La femmina deve quindi assicurarsi che il maschio rimanga nelle vicinanze ed ecco i richiami di cui si parlava prima… anche se devo ammettere che nel vostro caso la natura è stata più sottile. Ma il suo capolavoro è stato un altro». Indicò una macchia scagliosa e variopinta al centro del petto di Srexis «Tra alcuni giorni i colori di quella macchia diverranno più accessi e Srexis emetterà un odore particolare. Sarà il segno che è in estro. Se vorrò concepire un figlio con lei dovrò accoppiarmi in quel periodo. Quanto a quello che accade in altri periodi...».
«Ma noi umani abbiamo l’estro nascosto».
«Esattamente! Lei non sa quando la sua compagna è fertile. Saprete che il nostro olfatto è più sviluppato del vostro. Ebbene, la informo che, in questo momento, la sua compagna sta… non ricordo la parola».
«Ovulando» disse Ambra.
«Proprio così. Ma lei non se ne è accorto. Non è in grado di distinguere i periodi fertili dagli altri. Perciò è costretto a starle sempre vicino. A essere sempre protettivo. E possessivo, come ha dimostrato poco fa quando le ho fissato le mammelle».
«E anche aggressivo. Un fattore molto più importante, nel determinare il vostro comportamento, del bisogno di assumere cibo in grande quantità» chiosò Srexis.
«Alcuni di noi a volte lo chiamano “amore”» disse Ambra «o parte di esso».
«Naturalmente» dissero i due Sauriani all’unisono.

«Mi fanno venire i brividi» disse Max «animali a sangue freddo».
«Però...» intervenne Ambra preparandosi per andare a dormire.
«Hanno ragione, lo so. Me la ricordo la teoria dell’estro nascosto. Ventesimo secolo, se ben ricordo. Solo che vederla applicare così... Animali a sangue freddo. Mi fanno venire i brividi» ripeté.
Ambra si sedette sul letto. «Scopriamo che c’è un buco nero a poca distanza dalla Terra. Dietro, per questo non lo abbiamo visto, un pianeta simile al nostro. Come se non bastasse, questo pianeta è abitato da… lucertole umanoidi, quasi fosse uscito da un brutto romanzo del secolo scorso. Così che cosa facciamo? Stabiliamo un contatto, sbarchiamo e, in meno di cinquant’anni siamo qui a farci una sorta di vacanza studio».
«Stai pensando alla “Non spiegazione?”».
«La razza aliena che sarebbe arrivata sulla Terra, avrebbe preso su qualche dinosauro e avrebbe detto: “Ehi, perché non li alleviamo? Ma non qui, perché c’è un meteorite in arrivo”. Penso che “Non Spiegazione” sia un termine delicato. “Balla spaziale” è più indicato».
Max guardò il soffitto «Per tutta la giornata continuavo a pensare alle storie della Bibbia. Il Serpente Antico e tutto il resto».
«Stai per schierarti dalla parte di Bobby?».
«Chi? Tuo fratello? No, penso che tuo fratello sia matto come un cavallo e abbiano fatto bene a metterlo sotto chiave sulla Terra. Qui, però... Tu che cosa ne pensi?».
Ambra gli si sdraiò accanto e aggrottò la fronte «“Lei ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”» mormorò. Rimase così a lungo, poi le rughe si spianarono «Per ora, preferisco pensare agli apparati urogenitali sovradimensionati» disse.
In quel momento l’Intercomunicatore squillò.
Avrebbe potuto passare per un vecchio computer portatile, se si fosse trascurato che poteva mandare un segnale ad anni luce di distanza attraverso un ponte di Einstein – Rosen.
Il segnale, invece, era inequivocabile.
Allarme Rosso.
Ambra balzò giù dal letto.
«Bobby!» disse schiacciando i tasti «è l’ottava volta che prova a chiamarci».
Max le si avvicinò. Provò anche lui a far funzionare l’apparecchio.
Alla fine, il video partì. Era proprio Bobby, fratello di Ambra, già professore di lettere e frequente ospite delle patrie galere per sedizione e col poco invidiabile primato di Primo Condannato per Terrorismo Interplanetario e Attività contraria agli interessi dell’Umanità.
“Se è questo il messaggio che sentite, allora è già tardi. È partito un anno fa. Però ci provo lo stesso. Non c’è nessuna terza razza aliena. Non c’è mai stata. Non c’è nessuna razza “aliena”, in effetti. Solo una distorsione nello spaziotempo, verificatasi sessantacinque milioni di anni fa, quando un meteorite ha colpito la Terra. Non so come spiegarlo ma… pare che non dovesse succedere. Come se ci fosse una Forza che dirige l’evoluzione verso lo sviluppo di una razza intelligente. Non chiedetemi come o perché, perché persino gli scienziati lo ignorano e io sono un semplice ex insegnante di lettere. E poi non c’è tempo. Fatto sta che quando, sessantacinque milioni di anni fa, un meteorite ha colpito la Terra, lo Spaziotempo si è diviso in due. Questo ha creato il buco nero e il ponte di Einstein – Rosen. Da una parte ci siamo noi. Dall’altra una Terra alternativa, in un sistema solare alternativo, che non è stata colpita da nessun meteorite: il pianeta che noi abbiamo chiamato Herpetia e su cui vi trovate adesso. Lì i dinosauri hanno continuato a evolversi. Ma, ora che abbiamo scoperto Herpetia, si è creato una specie di paradosso e lo Spaziotempo deve correggere se stesso o tutto collasserà dentro il Buco Nero. È come in quel film; può esistere una razza sola. I Rettili avevano una flotta da guerra, dietro Crotalo e Cobra. È partita poco dopo le astronavi per il Gemellaggio, seguendo la rotta opposta e...”.
La trasmissione si interruppe.
Le luci della casa si spensero
Nel debole chiarore delle lune aliene, le sagome di Shassta e Srexis si stagliavano nel vano della porta.

FINE

E adesso, sfidando la maledizione della korazzata Kotemkin del Maestro S.M. Einstein, il dibattito uomo - macchina.

Domanda: analizza il racconto quanto a forma e contenuto ed evidenzia le criticità indicando eventuali migliorie.

Struttura e forma
Criticità / Possibili migliorie

• Transizione brusca nell’ultimo terzo: il passaggio dalla discussione antropologica all’allarme e poi alla rivelazione di Bobby appare repentino. L’effetto sorpresa funziona, ma rischia di sembrare un cambio di genere improvviso. sono d'accordo
Possibile miglioramento: inserire un paio di accenni premonitori nei paragrafi precedenti (un comportamento sospetto dei Sauriani, una notizia proveniente dalla Terra, ecc.). -  sono d'accordo
• Esposizione concentrata: il monologo registrato di Bobby contiene molte informazioni fondamentali, ma condensate in un unico blocco. Può risultare “spiegone”. - sono d'accordo
Possibile miglioramento: frammentare la rivelazione, magari facendo capire prima che Bobby è ossessionato da qualcosa, lasciando indizi, oppure far sì che i protagonisti scoprano parte delle informazioni prima della chiamata. Meglio la seconda opzione

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. Contenuto e temi

Criticità / Possibili migliorie
• L’idea della “Non Spiegazione” è affascinante ma leggermente instabile: si oscilla tra evoluzionismo, intervento alieno, mitologia biblica e paradossi spazio-temporali. Sono MOLTO d'accordo. “leggermente” instabile è fin troppo generoso.
Possibile miglioramento: decidere quale livello di “scientificità” vuoi dare alla rivelazione finale. Al momento convivono troppi elementi che rischiano di togliere coerenza. Sono MOLTO d’accordo.
• La parte teologica/biblica entra in modo un po’ improvviso: il riferimento al “Serpente Antico” può essere potentissimo come metafora, ma potrebbe essere preparato meglio, magari con un breve dialogo precedente sul rapporto tra religione e alieni. Mmm non so... i personaggi sono, tutti e quattro, scienziati. I rettiliani no conoscono la Bibbia, quindi sono fuorigioco Max e Ambra, benché umani, non sono molto verosimilmente molto addentro a problemi teologici religiosi. Un accenno, per loro è già abbastanza pesante. Diverso sarebbe se fossero religiosi, come in “Guerra al grande nulla” di James Blish. Potrebbero toccare l’argomento tra loro o con i rettili, ma ne hanno toccati già molti: visto che è un racconto penso che potrebbe essere lasciato sullo sfondo.
• Il tema dell’aggressività umana è molto interessante, ma talvolta esplicitato troppo direttamente: i Sauriani “spiegano” molto. Sì, ma fino a un certo punto; sono scienziati, tutti e quattro, e il gemellaggio serve appunto a scambiarsi idee.
Miglioria: mostra di più attraverso comportamenti (es. Max scatta per poco, Ambra difende qualcosa con troppa energia…) e fai dedurre ai lettori ciò che ora viene detto in modo esplicito. V. sopra. In realtà credo che in questo caso la IA segua un po’ troppo pedissequamente la regola dello show don’t tell da cui ogni è bene discostarsi per mantenere la specificità della scrittura rispetto al linguaggio visuale. Qui si aprirebbe un discorso che ci porterebbe lontano.

3. Stile

Criticità / Possibili migliorie
• Alcune frasi risultano troppo dense o tecniche: soprattutto durante i passaggi scientifici (convergenza evolutiva, ponti di Einstein–Rosen, ecc.). v. sopra. ricordiamo che, essendo Max e Ambra scienziati, danno per scontati ed usano termini tecnici con disinvoltura; quando parlano tra loro non devono spiegrasi termini che entrambi conoscono.
Miglioria: spezzare le frasi, distribuire i concetti in più battute di dialogo. Attenzione: in prosa la frase italaiana ha sedici sillabe: credo tuttavia sia saggio non applicare questa regola troppo meccanicamente perchè conduce a un'eccessiva standardizzazione stilistica (e poi in generale si aprirebbero tutta una serie di problemi che non è il caso di esaminare)
• Tono a volte oscillante: si passa da ironia brillante a un linguaggio più solenne o espositivo.
Miglioria: decidere un registro dominante (ironico? scientifico? drammatico?) e mantenerlo con maggiore coerenza, modulando le deviazioni. Sono d'accordo
• Qualche cliché fantascientifico: “flotta dietro le lune”, “i rettili hanno ragione su tutto”, “messaggio preregistrato che arriva troppo tardi”. Sì, è vero: è un po’ un giochetto metanarrativo voluto di genere, ma è vero.
Miglioria: trattandosi di cliché intenzionali, puoi giocarci più apertamente (es. citazioni metanarrative, consapevolezza dei personaggi). mmmm .. FORSE

4. Personaggi

Possibili migliorie
• Max a volte è reattivo, ma poco profondo: potrebbe avere pensieri più complessi, o conflitti interni più visibili. Più no che sì. Non credo debba essere TROPPO acuto.
• Ambra è più sfaccettata, ma manca un vero momento emotivo forte: sarebbe interessante far vedere più vulnerabilità o confronto personale con la situazione evolutiva/sessuale di cui discutono. Più sì che no. Ovviamente si dovrebbe allungare il racconto, ma resterebbe e anzi aumenterebbe il divario con Max,
• Bobby è un ottimo catalizzatore narrativo, ma poco caratterizzato: potresti introdurlo prima nel racconto, attraverso ricordi, pregiudizi, battute. Su questo sono d’accordo, ma come dicevo si dovrebbe allungare il racconto.

5. Ritmo e tensione

Criticità / Possibili migliorie
• Il climax finale arriva “da fuori”: il messaggio di Bobby non nasce dalle azioni dei protagonisti. Sono d’accordissimo.
 Miglioria: far sì che Max e Ambra scoprano qualcosa per conto loro poco prima della chiamata, aumentando la loro agency. QUESTO è una buon suggerimento, fermo restando la necessità di allungare un po’ il racconto.

Adesso la domanda più importante che NON ho fatto alla macchina: qual è l’oggetto del racconto.
Naturalmente non è affatto detto che l’abbia trattato con l’adeguata evidenza, meno che mai con l’adeguata profondità(anzi: sicuramente no), ma la domanda attorno alla quale ho costruito il racconto è: "in che cosa e in che misura la nostra biologia definisce ciò che chiamiamo moralità? (e anche emozioni e sentimenti)?
È un problema che la macchina non si è posto perché io non ho posto la domanda.
Mi limito a dire che questa domanda inserisce alla capacità di comprensione non solo formale e strutturale (da “scuola di scrittura”, insomma), di un testo, ma al senso del testo stesso o eventualmente alla sua capacità di suscitar riflessioni… però non voglio nutrire troppo la IA e comunque per adesso è bene fermarsi qui.

Ia e Io; un (altro) esperimento testo di Rubrus
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