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"(prefazione)
Ciao a tutti, io sono Alex…
Questa doveva essere una lettera privata, ma ho deciso di condividerla qui. È un flusso di pensieri, di ricordi, di emozioni scritte di getto, così come vengono, senza filtri.
È dedicata a tutte le ragazze del mondo: potete chiamarvi Elisa, Carla, Jennifer… non importa. È per voi, per chiunque voglia riconoscersi in queste parole. Non cerco attenzione, non voglio nulla in cambio: è solo una dedica sincera, perché a volte scrivere è l’unico modo per dire qualcosa che viene dal cuore."
(epistolare)
“Ciao… sai, sono io, Alex… cavoli, non ci credo che lo sto facendo, ma sì, ti sto scrivendo. Partiamo subito dal presupposto: non voglio niente e non chiedo niente. Non è una dichiarazione né nulla, è solo un discorso che, se vorrai, leggerai; altrimenti no. È solo una cosa che ti volevo dire da tempo, sai.
È strano pensare a te anche dopo ben 6 anni, 6 anni in cui ci siamo visti due volte ed è stato solo un ciao che ci siamo scambiati. Un ciao con il sorriso, certo, ma un ciao… Eppure il mio cervello ti fa entrare come un proiettile e, con la stessa velocità con cui entri, esci, sormontata da altri mille pensieri…
Beh, ti scrivo perché volevo dirti che ogni volta che ti vedo, che ti sento, è come se tornassi indietro nel tempo e come se mi vedessi ancora in quei banchi bianchi, con quelle risate quando io ridevo di me e ridevo con gli altri di me, quello in cui volevo far ridere tutti… quello che immagino tu sapessi già aveva una cotta tremenda per te… una cotta innocente, insomma. Si sa, la prima cotta, il primo battito…
Non fraintendere: questa non è una dichiarazione d’amore… per carità… non lo farei mai. È solo un monologo che forse leggerai, o forse no, dipende se la parte codarda di me vincerà ancora, come ha fatto per tutti questi lunghi 8 anni che ti conosco… anzi, che non ti conosco.
Non so nemmeno perché sia così, è assurdo, sbagliato, insensato, illogico… ma quando si è giovani, quando si ha 11 anni, si è così… senza logica, si ride, non si pensa a nulla di brutto, e l’unica preoccupazione era come far ridere la classe.
Ed ora eccomi qui, a 19 anni, a scrivere a una ragazza che mi ha solo salutato… sono ridicolo, non è vero? Sì, lo so, lo sono, ma non mi importa… Forse non te ne fregherà nulla, e per carità, è comprensibile. Io sono un signor nessuno, un tuo ex compagno di classe come tanti…
Ma sappi questo: anche se conosco la vecchia te, la te ragazzina, credo che tu sia cambiata poco. Io invece sono cambiato tanto… quella risata continua è svanita… e poi ci sei tu, che con quella voce mi riporti lì, in quei momenti… che tanto mi mancano.
Volevo solo dirti questo… Elisa… sei una ragazza fantastica… ma che ragazza… per Dio, ormai donna. Non dubitare mai di te, non sentirti mai non abbastanza, perché credimi, per chiunque sarai sempre troppo e non in senso negativo… Sei una ragazza solare, dolce, bella, per Dio, neanche un difetto. Forse invece ce l’hai, ma non agli occhi di quel me di 11 anni, non agli occhi del piccolo Alex, il clown del gruppo che amava fare il clown.
Ma sappi questo… se mai dovessi pensare di essere una nullità, se mai pensassi di essere orribile, se mai ti sentissi sola… leggi questo messaggio, tienilo come nota o brucialo, fai quello che vuoi… ma questo io lo dedico a te, con affetto, il tuo ex compagno di classe, Alex.”