Il privilegio della scelta

scritto da soli-tario
Scritto 9 mesi fa • Pubblicato 9 mesi fa • Revisionato 9 mesi fa
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Testo: Il privilegio della scelta
di soli-tario

“sono riuscito solo a scappare per tornare a casa, non avevo altro scelta, non avevo soldi o altre possibilità”

Così, con una smorfia di nostalgia sulle labbra Assan terminava il racconto, che per quanto malinconico, non lo aveva privato di quel sorriso contagioso con i denti così bianchi da far contrasto con la sua pelle scura. Era scappato dal suo paese senza una meta, verso il mediterraneo non sapendo in fondo nemmeno cosa fosse, verso l’Europa, verso la libertà non sapendo cosa lo avrebbe aspettato una volta arrivato.

“mi hanno catturato in Libia, torturato per un anno, rinchiuso nelle carceri. Non ho mangiato e bevuto per giorni, ma non ho mai mollato, lo avevo promesso a mio padre, che un giorno anche loro avrebbero avuto una vita migliore”. Continuava a sorridere mentre raccontava del suo viaggio mai terminato, ma le strazianti torture ancora visibili sul suo corpo scolpito e nel suo animo buono non erano ancora guarite.

“tutti parlano bene dell’Italia, le persone sono buone, noi amiamo gli italiani, un giorno spero di riuscire a venire, magari facciamo un’altra partita sulla spiaggia”. Era difficile spiegare ad Assan come stavano effettivamente le cose, e che ciò che immaginava dell’Italia e dei suoi abitanti forse era lontano dall’idea che si era fiabescamente immaginato. Il sole sopra di noi era rovente, il mare ritiratosi per la bassa marea aveva lasciato un enorme campo da calcio pieno di conchiglie aguzze in cui a più riprese giocavamo in 30, con un solo pallone, il nostro, arrivato direttamente dalle spiagge toscane, e comprato probabilmente da un ragazzo come lui, un ragazzo arrivato dal mare soltanto in cerca di un futuro.

“e voi ragazzi cosa fate in Italia, quale è il vostro sogno?” La domanda mi strozzo le parole in bocca. Avevo dinanzi un ragazzone di un metro e 90 con niente in tasca, sorridente nonostante le mille avversità, ed io un bianco europeo con mille possibilità di scelta privato di parole davanti ad una domanda così facile, ma allo stesso tempo pesante, che non riuscii ad emettere suoni.

“studio all’università”. Niente altro. La mente fu completamente ripulita da pensieri e idee. Venni invaso da una vergogna primordiale. Mi venne in soccorso Matteo, che con fare lesto sbrigliò la situazione un attimo prima di essere richiamati per l’ennesima partita del giorno. Giocammo fin quando il sole non iniziò a scomparire negli interminabili tramonti africani, e un mantello di aria fredda inizio a coprire la sabbia ancora calda. 

“ricordatevi di me ragazzi, mi chiamo Assan, non scordatevi mai il mio nome” così lo lasciammo lì sulla spiaggia, con il nostro pallone in mano, sorridente come sempre, e nelle tasche che io credevo esser vuote, l’irrefrenabile sogno di raggiungere l’Europa.

Ciao Assan, prometto che non dimenticherò mai il tuo nome.

Il privilegio della scelta testo di soli-tario
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