Lettera di un soldato di stanza.

scritto da Bostik
Scritto 4 anni fa • Pubblicato 4 anni fa • Revisionato 4 anni fa
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Autore del testo Bostik

Testo: Lettera di un soldato di stanza.
di Bostik

Cari babbo e mamma,
credo proprio che Cristo si sia fermato alle porte della città, quando ha creato il mondo; qui non ci è nemmeno arrivato: anche se i bigotti che escono dalle Chiese di questa città, fasciati nei loro montoni ultraborghesi dicono che è presente nei tabernacoli... Mancano ancora alcuni mesi al mio ritorno ma sono in uno status mentale che rasenta la follia, nemmeno l'oblio dell'alcool e dell'erba mi dà sollievo. Papà, mamma, qui non c'è nulla: vorrei comunicare con qualcuno ma non posso. Tutto è di una tristezza unica. Anche i giovani non ti danno niente... gli studenti neanche a parlarne, sentissi i loro discorsi alla stazione quando vanno verso altre città con quei borsoni pieni di nulla... Che fare? I miei commilitoni fanno finta di fregarsene. Ridono e fanno casino imbevuti di fumo e falsa allegria. Ho provato qualche sera ad andare ad un circolo cosiddetto alternativo, a vedere qualche film... eravamo in due o tre; una pazzia, sono uscito con la voglia di scaricarmi addosso il caricatore del mio FAL d'ordinanza o di buttarmi in un fiumicello che corre qua nel deserto, sì il mio amico torrente, l'unico che mi capisce un po’; lo guardo scorrere lento e mi dimentico, in parte, d'esistere. Vi abbraccio.

Lettera di un soldato di stanza. testo di Bostik
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