Sono quel che sogno e poi ripeto a Memoria

scritto da Fosco
Scritto 10 mesi fa • Pubblicato 10 mesi fa • Revisionato 10 mesi fa
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L'importanza delle parole e della memoria che le custodisce
- Nota dell'autore Fosco

Testo: Sono quel che sogno e poi ripeto a Memoria
di Fosco

   

Mi son costate, sapete.

Le mille e mille parole strappate alla vita e messe dove le credevo al sicuro. Poi qualcuno si è ricordato che con le parole son tutti più o meno bravi, e soprattutto che con le parole si può anche diventar simboli e quindi richiesti, adulati, blanditi, remunerati il giusto e anche più che il giusto. Tutta la nostra epoca strillata ha sempre più bisogno delle parole. C'è chi le urla da interi decenni, diventato ricco e famoso con greggi di capre e parole, c'è chi le spalma come una nutella afrodisiaca e fuorviante su morbidi succosi sandwich al burro onirico , c'è chi non sa di avere il potere delle parole, ma sa benissimo di avere la parola del potere. E quindi la può usare e ne può abusare impunemente, facendo franare tonnellate di fango maleodorante sulla palude raffazzonata e stanca di un'Italia all'angolo e sulle gambe. Ma tant'è. 

Il potere sa usare la voce dei fatti veri e così come sono solo quando si sente in pericolo, altrimenti ci sommerge di inutili o ipocriti proclami e sillogistiche tesi che non cavano un microscopico ragnetto da nessun buco. Noi siam fatti così. Come le mosche ci diam da fare a stormi sulle personalissime appetitosissime rispettive pietanze favorite. Poi arriva chi decide di ripulire tutto, e stermina le mosche bianche e quelle nere. Io mosca, ormai grigia, mi son sentito "sterminato" due o tre giorni fa. Quando nel piccolo cassetto in cui pazientemente e faticosamente andavo stratificando mese per mese le mie ridicole per gli altri, ma non per tutti, fatiche letterarie, non mi è stato più possibile accedere .

Son rimasto congelato impietrito addolorato conscio ancor di più di come le parole senza memoria siano assolutamente inutili, perchè invisibili al sole della verità. Con il mio sorriso ebete e annesso berretto, mi son guardato allo specchio in silenzio, come una lapide funeraria con la combinazione di una cassaforte dimenticata, in commossa olografica e perenne celebrazione di una memoria desolatamente scomparsa. Ora la memoria mi ha ricondotto alla preistoria e rinominato ,o, meglio, trasformato in Smemorato, forse il primissimo nick di un mio blog di più di anni e anni fa.  Ma sapete che vi dico? Che non m'importa un fico secco. Perchè di parole muoiono gli spiriti spenti, e senza parole erano le barzellette, e forse lo sono ancora, più divertenti. In un mondo che non rimarrà mai senza parole. Neanche dopo quella che sa di definitivo come "fine". Di un sogno? Di un percorso? No, solo di un'altra vita sprecata. Perchè di vita inutile si può morire, ma solo se si rimane senza parole. E io ne avrò  sempre. Basterà esercitare la memoria vera, quella che non ha bisogno di troppe parole per tradursi in realtà. Ma solo di rispetto senso del dovere amor fraterno per chi non ce la fa , piccoli, grandi, uomini o donne.
Perchè la Memoria è verità senza tempo.

Sono quel che sogno e poi ripeto a Memoria testo di Fosco
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