Certo che hai avuto un bel coraggio...
Per farmi posizionare le gambe a novanta gradi e il corpo a quarantacinque. Per farmi appoggiare i gomiti sulla scrivania, con la testa chinata su questo foglio. La penna, che impugno, sta ansimando perché non vuole scrivere sul niente.
Prima sentivo un fruscio della mia mano sul foglio mentre la spostavo verso destra. Ora si sentono brevi schiocchi di lei sudata, che incontra l’inchiostro ancora fresco e si attacca ad esso velocemente.
Hai avuto un bel coraggio...
A farmi restare sveglio, ma non ad occhi aperti. La mia mente non smetteva di dirmi che hai avuto coraggio.
Non bastano i pianti, le lodi o i rancori per quel poco che ti conoscevo. Sarei un ipocrita se dicessi che mi sono disperato alla notizia.
Ho solo cambiato colore e temperatura corporea. Ho perso le parole e il sorriso.
Ogni distrazione non è servita a niente, se messa a confronto con il tempo che ti ho pensato.
Quei ricci, che ultimamente portavi un po’ più scesi. Quel tuo viso, mai avrei pensato di immaginarlo; era simpatico, come il tuo atteggiamento; amichevole, come il modo in cui ti ponevi; sincero, come i tuoi occhi; divertente come le poche, ma intense, giornate passate insieme.
Quello che ci accomunava di più, per quello che so, erano gli amici. Ed è grazie al gruppo che ora scrivo per te.
Scrivo sul niente però...
Lo faccio con la mano, che sta liberando i treni di pensieri viaggianti nella mia mente.
So che ci sei ora. Stai suggerendo al cuore di non soffermarsi su qualcosa. Ma continuare a scrivere sul niente...
Riempire giusto qualche foglio; consumare tempo e polpastrelli per ricopiare tutto; di pensare, per una notte a qualcos’altro, piuttosto che al solito sogno strano, erotico o incubo che sia.
Il niente si fa sentire, immaginando quel vuoto che non conosco. Quell’altezza che non riesco a calcolare. Quel tempo che per me potrebbe essere un attimo, ma per te potrebbe essere stato quanto gli anni di una guerra.
Il niente somiglia al motivo che non conosco e a cui vorrei poter non dargli una spiegazione.
Quel niente che riempie, ma allo stesso tempo toglie.
Quel niente, come la felicità di chi è triste.
Quel “niente”, come la risposta a “Cos’hai?”.
Quel niente, come il niente che nasconde qualcosa...
Vola alto...
Niente da fare, niente da dire testo di Patri8