Sogni e speranze

Stamattina mi sono svegliato (forse). Sono per strada ma non vedo quasi nessuno in giro; allora chiedo ad un passante: “Ma dove sono finiti tutti quelli che di solito vanno in giro da queste parti?” E mi sento rispondere: “Sono tutti a scuola o al lavoro; è già da un po’ di tempo che il mondo è cambiato, ma forse tu non lo vedi perché hai gli occhi chiusi.”

Passando oltre mi accorgo che al posto dov’era una farmacia ora c’è un negozio di dischi; anche l’ospedale è stato trasformato in hotel; e all’incrocio non c’è più il semaforo. Allora compro un giornale, lo sfoglio, e non trovo le solite notizie di guerre, sciagure e cataclismi. Fermo un’altra persona e gli chiedo: “Come è possibile tutto questo?” Per risposta mi dice: “Ma la farmacia e l’ospedale non servono più, hanno trovato finalmente un vaccino per tutti i mali. E chi viaggia in auto ha finalmente imparato a rispettare le precedenze. Ah, devi anche sapere che non esistono più polizie ed eserciti, che il clima è tornato normale perché non inquiniamo più; ma forse tu non lo puoi vedere perché hai gli occhi chiusi.”

Sono sempre più meravigliato e all’improvviso sento qualcuno che mi dà una pacca sulla spalla, mi volto e lui mi dice: “Ma dove vai in giro con gli occhi chiusi? Forse stai dormendo?”

Mi rendo conto allora che è solo un sogno il mio, un meraviglioso, incredibile sogno; è tutto troppo bello per essere vero. Mi ero illuso che così, d’incanto, il mondo si fosse rovesciato e che finalmente non dovremmo essere tutti costretti a sperare e sognare un mondo migliore. Ora sono ancora più confuso; non so se dire: per favore, non svegliatemi; oppure aprire finalmente gli occhi e cominciare a fare la mia parte, così come tutti dovremo fare per smettere di sperare che gli altri facciano qualcosa, perché gli altri siamo noi. Rimbocchiamoci le maniche tutti insieme e sicuramente, un giorno, non ci sarà più bisogno di sperare.