Lettera ad A. - Non so se è un addio

Avevo chiesto al fato di ritardare la mia condanna e mi ha ascoltato: ora è arrivato il momento. Tu ancora non lo sai, ma il nostro ultimo incontro è stato cancellato da uno scherzo crudele, da uno sgambetto malefico. Domani allo scoccare della notte ci saremmo dovuti appartare nel nostro angolo di mondo, ma non sarà così. Domani ci saremmo dovuti dare un ultimo bacio di addio, ma non sarà così. 
Il fato lo sapeva. Il fato era a conoscenza del fatto che qualunque imprevisto non mi avrebbe dissuasa dal doverti vedere, e così ha colpito tutto ciò che era indispendabile per amarti: le mie labbra. La malattia del bacio è riaffiorata sul mio volto marcato ormai da mesi da attesa e rabbia e tristezza. 
Non ci rivedremo mai più. Mi arrendo. È finita. Doveva finire già tanto tempo fa ma il mondo mi aveva concesso un compromesso, come un malato terminale a cui vengono dati due mesi in più di vita. Non sfiorerò mai più le tue labbra. Tutti i progressi che abbiamo fatto assieme saranno eliminati, dimenticati. Mi scorderò di te? Non lo so. Ho paura di scoprirlo. Grazie per avermi fatto sentire amata. Grazie per avermi ridato delle emozioni. Grazie per avermi fatto riscoprire quanto valgo. Grazie per avermi permesso di toccare la tua barba e levarti i brillantini dalla faccia a capodanno. Scusa se ti tiravo i peli delle braccia. 
Addio?