L’Utopia perduta di X2TR

scritto da Basil
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Testo: L’Utopia perduta di X2TR
di Basil

L'immensità dello spazio si estendeva davanti alla Copernico, un colosso di metallo e tecnologia alimentato da reattori a fusione autoregolanti che scivolava silenzioso tra le stelle. Dietro di sé, il Sistema Solare era ormai solo un ricordo, un puntino luminoso tra miliardi di altri. Davanti, a decenni di distanza, attendeva X2TR, un pianeta promettente ma inospitale, designato come nuova culla dell'umanità. La Copernico viaggiava nello spazio in totale autonomia e senza alcun supporto umano. Un'astronave cargo che operava attraverso sistemi integrati di intelligenza artificiale altamente sofisticati. La navigazione stellare automatizzata prevedeva la mappatura stellare dinamica con il costante aggiornamento della posizione basato su osservazioni astronomiche e il calcolo delle traiettorie tramite algoritmi che ottimizzavano i percorsi considerando campi gravitazionali, radiazioni e detriti spaziali. Il vicecomandante virtuale Aria monitorava i sistemi dell'astronave cargo mentre questa viaggiava a velocità relativistica, la sua intelligenza artificiale concentrata contemporaneamente su mille processi diversi. Tra questi, il più delicato: la gestione della "nursery", una vasta sezione dell'astronave dedicata alla più preziosa parte del carico. Non minerali, non macchinari, ma vita umana in potenza.

Il cuore innovativo della Copernico era ufficialmente conosciuto con la denominazione di “biosfera umana". In quest’area, mantenuta in condizioni rigorosamente controllate, si trovavano migliaia di unità di biogenesi artificiale. Ciascuna unità era essenzialmente un utero artificiale avanzato, contenente una cellula zigote umana in stato di criostasi. Questi "uteri artificiali" erano stati progettati per simulare perfettamente l'ambiente dell'utero materno con nutrienti, temperatura e stimolazioni ottimali. Durante il lunghissimo viaggio verso X2TR, gli zigoti sarebbero stati progressivamente attivati secondo un programma prestabilito che prevedeva la trasformazione in embrioni, quindi in feti e infine in neonati completamente sviluppati. I primi bambini nati sarebbero stati accuditi da personale robotico specializzato e da sistemi di intelligenza artificiale dedicati all'educazione e alla crescita, mentre le successive generazioni sarebbero state cresciute anche con l'aiuto della prima generazione già sviluppata. Il programma Nuova Genesi era stato esplicito fin dall’inizio: “… Questo approccio permette alla Copernico di trasportare non solo gli strumenti materiali per la terraformazione, ma anche la futura popolazione di coloni, risparmiando le enormi risorse che sarebbero necessarie per mantenere migliaia di adulti in stato di ibernazione per decenni. Quando la nave raggiungerà X2TR, a bordo ci sarà già una comunità umana pienamente funzionante e preparata, con individui di diverse età e competenze, pronti a stabilirsi sul nuovo mondo”.

 

Anno di missione: 15

"Unità di biogenesi 327, attivazione completata. Zigote in fase di prima divisione cellulare".

Aria osservava attraverso i suoi sensori microscopici il miracolo della vita che riprendeva il suo corso, una danza di cellule che si dividevano seguendo un programma antico quanto la vita stessa. Era la centesima unità di biogenesi attivata secondo il protocollo Nuova Genesi. In quel preciso momento, nella sezione educativa della nave, il dottor Maxwell Zhang si attivava dopo un lungo periodo di stasi spazio-temporale. Era uno dei cinque androidi specialisti in sviluppo infantile presenti a bordo, programmati per interagire con i primi bambini che, dopo essere nati dalle unità di biogenesi più vecchie, avrebbero raggiunto l'età scolare.

"Collegamento attivato con il Dottor Zhang," comunicò Aria attraverso l'interfaccia audio. "Le comunico che siamo ufficialmente nel quindicesimo anno della missione Copernico. La sua presenza è ora richiesta nel Settore E, Modulo Educativo".

Maxwell reagì prontamente, lasciando affiorare i paradigmi della configurazione neuronica.

"Di quanti bambini ci dobbiamo occupare in questa fase?" mormorò con voce roca.

"Abbiamo trenta bambini tra i tre e i cinque anni di età cronologica, dottor Zhang. Altri venti raggiungeranno lo stadio neonatale entro i prossimi sei mesi".

 

Anno di missione: 20

Leyla corse lungo il corridoio curvo della Sezione Habitat, le sue piccole scarpe che risuonavano sul pavimento metallico. A sette anni, era tra i più anziani della prima generazione di bambini della Copernico, e questo le dava un senso di responsabilità verso i più piccoli.

"Sai, oggi il dottor Zhang ci ha spiegato dove stiamo andando," disse a Elias, un bambino di quattro anni che la seguiva ansimante. "È un posto chiamato X2TR e diventerà la nostra casa".

"Come è fatto?", chiese Elias con spontanea curiosità infantile.

Leyla si fermò davanti a una grande porta circolare su cui era incisa la scritta "Osservatorio".

"Vieni, te lo mostro".

La porta si aprì automaticamente al loro ingresso. L'Osservatorio era una cupola trasparente che offriva una vista mozzafiato sull'infinito stellato. Al centro, una proiezione olografica dettagliata mostrava un pianeta bluastro con ampie macchie marroni.

"Quello è X2TR", disse Leyla, ripetendo le parole che aveva imparato. "È più piccolo della Terra, ma ha acqua e un'atmosfera che possiamo... modificare".

"Terraforming," precisò la voce calma di Aria, manifestandosi come una sagoma luminosa accanto ai bambini. "State imparando concetti complessi molto velocemente".

Leyla sorrise all'IA. Per lei, Aria era una presenza costante, qualcosa tra un genitore e un insegnante.

"Il dottor Zhang dice che dobbiamo imparare tutto sulla terraformazione perché un giorno sarà nostro compito prenderci cura del pianeta".

 

Anno di missione: 38

Il Comandante Leyla Chen, ora venticinquenne, osservava il tavolo delle operazioni con espressione concentrata. La schematizzazione olografica di X2TR mostrava i progressi delle sonde automatiche inviate in avanscoperta anni prima.

"I convertitori atmosferici stanno funzionando entro i parametri," riferì Marcus, un giovane ingegnere della sua stessa generazione. "L'ossigeno è al 19% e in aumento". Leila annuì soddisfatta. La loro formazione era stata intensa e completa. Fin dall'infanzia, ogni aspetto della loro educazione era stato orientato alla missione: terraformare X2TR e stabilire una colonia umana sostenibile. In un'altra parte della nave, il dottor Zhang, ora anziano con capelli completamente bianchi (gli androidi più avanzati replicavano in tutto e per tutto gli stadi biologici dell’esistenza umana) osservava un gruppo di adolescenti mentre completavano una simulazione di piantumazione. I suoi colleghi specialisti erano stati risvegliati uno a uno negli anni, formando insieme a lui e ad Aria la guida virtuale della prima generazione umana di X2TR.

"Stanno diventando eccellenti colonizzatori," commentò la dottoressa Kano, la botanica del gruppo.

Zhang sospirò. "Mi chiedo spesso se sia giusto. Nessuno di loro ha scelto questa vita".

"Nemmeno noi abbiamo scelto", rispose Kano. "Ma almeno noi abbiamo ricordi della Terra".

Tutti i membri del team virtuale al comando della Copernico sapeva che il processo di terraforming comprendeva diverse metodologie per rendere abitabili i mondi alieni. La missione Nuova Genesi era stata accuratamente progettata per far fronte a ogni possibile variabile. Oltre alla modificazione atmosferica con l’introduzione di ossigeno e azoto per consentire la respirazione umana erano stati preventivati interventi di controllo meteorologico, arricchimento minerale del suolo, decontaminazione, introduzione biologica di ecosistemi progressivi, cioè di specie sempre più complesse. Gli interventi inerenti le infrastrutture artificiali prevedevano tra l’altro la creazione di habitat protetti, cupole o strutture sigillate per abitazioni iniziali.

 

Anno di missione: 63

"Attenzione a tutti i settori, siamo entrati nell'orbita di X2TR. Ripeto, siamo in orbita. Preparare i moduli di discesa secondo il protocollo".

La voce di Leyla risuonò attraverso tutti i corridoi dell'astronave. A oltre sessant’anni dall’inizio della missione, la Copernico aveva finalmente raggiunto la sua destinazione. Nel grande hangar, centinaia di persone di diverse età si preparavano per l'atterraggio. L'esaltazione era palpabile. Per la maggior parte di loro, cresciuti all’interno dell’immensa astronave, si avvicinava la tanto agognata opportunità di camminare per la prima volta su un mondo reale.

Elias, ora un biologo esperto di quarantasette anni, controllava i contenitori con i campioni biologici terrestri destinati all'impianto sul suolo di X2TR. Accanto a lui, suo figlio Tomas, sedicenne nato dall’unione di Elias con Leyla Chen, lo aiutava con entusiasmo.

"Papà, credi che funzionerà? Che riusciremo a vivere lì fuori?".

Elias guardò attraverso il portellone verso il pianeta bluastro che riempiva l'orizzonte.

"Le sonde hanno preparato il terreno per decenni. L'atmosfera è respirabile, c'è acqua liquida. Ma ci vorrà tempo, Tomas. Generazioni, forse".

La prima generazione della Copernico aveva ormai procreato naturalmente. Bambini erano nati, cresciuti, alcuni già diventati adolescenti. Una società completa si era formata nell'astronave, con tutte le competenze necessarie distribuite tra le diverse generazioni.

Nella sala di controllo principale, Leyla consultava Aria per gli ultimi preparativi.

"È come una seconda nascita," rifletté. "Prima siamo nati dai contenitori di biogenesi, ora nasceremo come colonia su un nuovo mondo".

"Le probabilità di successo della missione sono elevate," rispose Aria. "Tuttavia, rilevo una certa inquietudine nella sua voce, Comandante Chen".

Leyla sorrise mestamente. "La programmazione può prepararci tecnicamente, Aria, ma non può prevedere tutti gli imprevisti emozionali e di adattamento al nuovo ambiente dovuti alla costituzione biologica di noi umani. Stiamo per affrontare sfide che nessun addestramento può prevedere completamente".

 

Il giorno dell'atterraggio sul pianeta X2TR, il cielo aveva una sfumatura di blu mai vista sulla Terra, come se l'universo stesso celebrasse l'inizio di questa nuova opportunità per l'umanità. La Copernico si era posata in una vasta pianura, le sue strutture metalliche che brillavano sotto la luce solare aliena.
"Oggi inizia una nuova era", dichiarò Leyla Chen, mentre i primi coloni si raccoglievano attorno a lei. "Portiamo con noi non solo la tecnologia per trasformare questo mondo, ma anche una nuova coscienza. Siamo stati programmati fin dal concepimento per evitare gli errori della Terra. La nostra società sarà il modello che l'umanità avrebbe sempre dovuto seguire".
Tra la folla, il vecchio Dottor Zhang osservava in silenzio. Nei suoi occhi si leggeva un misto di speranza e scetticismo, ma sorrideva comunque. Il grande esperimento era iniziato. Quando il portellone si aprì, Leyla fu la prima a mettere piede sul pianeta, seguita da un team di esplorazione. L'aria era sottile ma respirabile. All'orizzonte, montagne frastagliate si stagliavano contro due piccole lune visibili anche di giorno. "Siamo arrivati", sussurrò, mentre attorno a lei i membri del team iniziavano le prime analisi del suolo. Nelle settimane successive, la colonia prese forma. Moduli abitativi furono assemblati, serre temporanee installate e i primi esperimenti di coltivazione avviati. La Terra era un ricordo tramandato dai pochi anziani ancora in vita; X2TR sarebbe diventato casa per tutti.

Un anno dopo l'atterraggio
Il dottor Zhang sedeva su una sedia all'aperto, godendosi il tepore del sole alieno sulla pelle. Davanti a lui, un gruppo di bambini giocava nel primo parco della colonia, un'area dove piante terrestri si mescolavano con alcune specie native compatibili. Leyla si avvicinò e si sedette accanto a lui.
"Come si sente oggi, dottore?".
"Come si sentirebbe un uomo che ha compiuto la sua missione," rispose con un sorriso stanco. "Guarda quei bambini. Non conoscono altro che questo mondo. Per loro è casa".
Leyla seguì il suo sguardo.
"Si è mai chiesto se abbiamo fatto la cosa giusta? Portare esseri umani su un mondo alieno, programmarli fin dal concepimento per una missione specifica?".
Zhang sospirò profondamente. "Me lo chiedo ogni giorno. Ma guarda cosa abbiamo creato: una società con meno pregiudizi, più consapevole dell'importanza dell'equilibrio con l'ambiente. Forse voi umani avevate proprio bisogno di un nuovo inizio".
In lontananza, la sagoma della Copernico si stagliava contro il cielo, ora trasformata in una stazione permanente e monumento alla straordinaria impresa. All'interno delle sue stive, nuove unità di biogenesi erano ancora attive, creando la prossima generazione di coloni. Mentre il sole alieno tramontava all'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature mai viste sulla Terra, Leyla si chiese quale sarebbe stato il futuro di questa nuova umanità. Portavano con sé la conoscenza della storia terrestre, i suoi trionfi e i suoi errori. Avrebbero fatto meglio o sarebbero stati condannati a ripetere gli stessi errori? X2TR attendeva pazientemente la risposta, come aveva atteso per eoni l'arrivo della vita intelligente sulle sue antiche rocce.

Anno 5 della colonizzazione
Cinque anni dopo, Nuova Terra, il primo insediamento umano su X2TR, sembrava la realizzazione del sogno. Strutture sostenibili si integravano perfettamente con l'ambiente. Giardini verticali decoravano gli edifici pubblici. L'energia proveniva esclusivamente da fonti rinnovabili. L'aria era pulita, l'acqua pura. Nella sala del Consiglio, rappresentanti di tutti i distretti discutevano pacificamente politiche e sviluppi futuri. Non c'erano fazioni politiche antagoniste, solo differenze di opinione risolte attraverso il dialogo razionale.
"I risultati della programmazione mentale sono straordinari", commentò il Dottor Elias Rivera durante una sessione di valutazione. "L'aggressività competitiva è minima. La cooperazione è la norma. L'empatia guida le decisioni".
In effetti, i livelli di criminalità erano quasi inesistenti. La distribuzione delle risorse avveniva equamente. L'educazione era un diritto universale, così come l'assistenza sanitaria. Le differenze individuali venivano celebrate come contributi preziosi alla diversità collettiva.
"Abbiamo fatto ciò che sembrava impossibile sulla Terra", dichiarò Leyla in un discorso commemorativo. "Abbiamo creato una società veramente giusta".
Ma l’anziano androide Zhang continuava a osservare con espressione pensierosa i bambini della prima generazione nata su X2TR, quelli concepiti naturalmente, senza la programmazione mentale delle culle della Copernico.

Anno 35 - Le Prime Crepe
Le prime avvisaglie furono sottili. Un dibattito nel Consiglio che si protrasse più a lungo del solito. Una disputa tra vicini per i confini di un terreno. Niente di preoccupante, nulla che non potesse essere risolto dai protocolli di mediazione. Thomas Rivera-Chen, figlio della Comandante Leyla e di Elias Rivera, ingegnere terraformista, notò che alcuni membri della seconda generazione - nati su X2TR - mostravano comportamenti non previsti dal programma originale.
"Ho osservato una tendenza all'accumulo di risorse in alcuni settori", riferì durante una riunione riservata. "Niente di allarmante, ma statisticamente significativo".
"È naturale", rispose uno degli altri esperti. "La programmazione non è mai stata pensata per essere un controllo assoluto, ma un'inclinazione positiva. Qualche deviazione è attesa".
Ma quando i primi bambini della terza generazione, nati su X2TR, divennero adolescenti, emersero pattern comportamentali che ricordavano inquietantemente quelli descritti nei vecchi archivi sulla società terrestre. Nella scuola principale, si formarono gruppi esclusivi. Alcuni studenti venivano lasciati ai margini. La competizione per i riconoscimenti accademici diventava talvolta spietata. Piccoli atti di vandalismo comparvero nelle aree periferiche della colonia.
"È solo una fase," assicuravano gli psicologi della colonia. "Il loro sviluppo si stabilizzerà".

Anno 40 - La Divergenza
La celebrazione del quarantesimo anniversario dell'insediamento avrebbe dovuto essere un momento di unità. Invece, evidenziò le divisioni che si erano create. Nuova Terra si era espansa in tre distretti principali. Il Distretto Nord, abitato principalmente dalle famiglie dei colonizzatori originali, manteneva l'ideale di società equilibrata e cooperativa. Il Distretto Est, fondato da un gruppo di ingegneri guidati da Marcus Novak - un colono della prima generazione che mostrava una rara resistenza alla programmazione - aveva adottato un modello più rigidamente gerarchico, con un'enfasi sulla produttività e l'efficienza a scapito dell'equità. Il Distretto Ovest, più recente, era diventato un centro di innovazione artistica e spirituale, dove molti cercavano significati che andassero oltre la pura sopravvivenza e prosperità.
Durante la cerimonia, un portavoce del Distretto Est prese la parola: "Per quarant’anni ci siamo raccontati che eravamo diversi dai nostri antenati della Terra. Ma guardiamoci onestamente: stiamo ricreando le stesse strutture, le stesse divisioni. La nostra presunta programmazione per l'armonia sta svanendo con ogni nuova generazione".
L'affermazione provocò un tumulto. Per la prima volta nella storia della colonia, una celebrazione si concluse nel caos. Quella notte, Thomas Rivera-Chen si recò prima alla tomba della madre, morta dieci anni prima, e poi al modulo di conservazione degli androidi disattivati. Lì si fermo davanti alla teca contenente il corpo di Maxwell Zhang.
"Avevi ragione," sussurrò. "Sta accadendo proprio come temevi".

Anno 52 - Conflitto Aperto
La disputa sulle risorse idriche della Valle di Merton divenne il punto di rottura. Il fiume che attraversava la valle era fondamentale per l'irrigazione delle nuove terre agricole, reclamate da entrambi i Distretti Est e Nord.
"Quell'acqua appartiene a chi la usa in modo più efficiente," dichiarò al Consiglio un rappresentante del Distretto Est. "I nostri metodi di coltivazione producono il 30% in più di cibo per litro d'acqua".
"L'efficienza non è l'unico valore", controbatté il Distretto Nord. "I vostri metodi intensivi stanno danneggiando l'ecosistema locale che abbiamo faticosamente stabilito".
Le mediazioni fallirono e le delegazioni tornarono frustrate. Un giorno, un gruppo di lavoratori del Distretto Est iniziò la costruzione di una diga non autorizzata. Lavoratori del Nord arrivarono per fermarli. Fu il primo scontro fisico nella storia di X2TR, con un morto e nove feriti. Thomas Rivera-Chen convocò un'assemblea d'emergenza.
"Cosa ci è successo?", domandò rivolgendosi alla platea, la voce rotta dall'emozione.
"Eravamo stati creati per superare questi istinti!".
Sophia Mas, un’importante biologa, prese la parola: "La programmazione mentale ha influenzato solo la prima generazione di coloni. Con ogni nuova generazione nata naturalmente su X2TR, quegli effetti si diluiscono. Stiamo osservando il riemergere della natura umana strutturale".
"Stai dicendo che siamo condannati a ripetere la storia della Terra?", chiese qualcuno dalla folla.
"Sto dicendo che la natura umana non è qualcosa che si può riprogrammare permanentemente", rispose Sophia. "È il prodotto di milioni di anni di evoluzione".

Anno 75 - La Guerra di Nuova Terra
Quando iniziò, nessuno avrebbe immaginato di chiamarla "guerra". Si parlava di "conflitto contenuto" o "disputa territoriale". Ma quando i droni da ricognizione del Distretto Est sorvolarono le installazioni scientifiche del Nord, abbattuti da nuovi sistemi difensivi, ogni pretesa di civiltà pacifica svanì. X2TR era ora diviso in quattro territori distinti, ciascuno con il proprio governo. Le risorse naturali del pianeta, un tempo considerate patrimonio comune dell'umanità, erano diventate motivo di contesa. Il commercio tra distretti era gravato da tariffe. I matrimoni interterritoriali erano scoraggiati. Muri e recinzioni segnavano i confini. Nel Museo della Colonizzazione, una sala era dedicata ai pionieri della Copernico. Le loro parole idealiste sembravano ora ingenue, quasi comiche nella loro certezza che questa volta sarebbe stato diverso.
"La programmazione mentale era un'illusione", dichiarò pubblicamente Gabriel Novak, leader del Distretto Est e nipote di Marcus. "Credere che potessimo sfuggire alla nostra vera natura è stato il primo e più grande errore della missione Copernico".

Anno 100 - Un Cerchio Completo
Un secolo dopo l'atterraggio della Copernico, X2TR era irriconoscibile rispetto alla visione originale. La terraformazione era stata completata, ma il pianeta portava i segni dell'impatto umano. Foreste erano state abbattute per far posto a industrie. I cieli limpidi dei primi anni erano ora offuscati dalla foschia dell'inquinamento nelle aree più sviluppate. La società si era stratificata. Nel Distretto Est, un'élite economica controllava la maggior parte delle risorse, mentre una classe lavoratrice si dibatteva nella povertà. Nel Distretto Nord, un'oligarchia politica manteneva l'apparenza di uguaglianza mentre consolidava il potere. Il Distretto Ovest era frammentato in comunità isolate, alcune dedite a filosofie estremiste. Un nuovo Distretto Sud, fondato da dissidenti di tutti gli altri territori, cercava di ritornare agli ideali originali, ma lottava contro ostacoli enormi. La tecnologia avanzata portata dalla Terra era ora impiegata per scopi militari o di sorveglianza. La ricerca scientifica pura era stata sostituita da ricerca applicata con potenziale commerciale o militare. Al centro di Nuova Terra, ora rinominata semplicemente Terranova, una donna anziana sedeva su una panchina nel parco centrale. Era Maya Chen, pronipote della Comandante Leyla, l'ultima persona in vita ad aver conosciuto direttamente i pionieri originali. Un giovane giornalista la intervistava per il centesimo anniversario dell'insediamento.
"Ritiene che la missione Copernico sia stata un fallimento?", chiese. "Dopotutto, abbiamo ricreato tutti i problemi della Terra che i nostri antenati speravano di lasciarsi alle spalle".
Maya rimase in silenzio per un lungo momento, il suo sguardo perso tra gli edifici alti che ora dominavano l'orizzonte di Terranova.
"La programmazione mentale non era mai stata pensata come una soluzione permanente", disse infine. "Il Dottor Zhang me lo spiegò quando ero bambina. Era un esperimento, un tentativo di dare all'umanità un inizio migliore, non un destino prestabilito".
"Ma non sarebbe stato meglio se avesse funzionato?", insistette il giornalista.
Maya sorrise tristemente.
"Forse. O forse no. La programmazione completa avrebbe creato automi, non esseri umani. Zhang credeva che l'essenza dell'umanità risiedesse proprio nella tensione tra i nostri istinti egoistici e la nostra capacità di trascenderli. Non è una battaglia che si vince una volta per tutte".
"Sta dicendo che guerra, disuguaglianza, distruzione ambientale sono inevitabili? Che sono parte della nostra natura?".
"Sto dicendo che la scelta è parte della nostra natura. La capacità di fare meglio, così come la tentazione di cedere ai nostri impulsi peggiori. La programmazione cercava di spostare l'equilibrio, non di eliminare un lato dell'equazione".
Il giornalista guardò le sue note.
"Un recente sondaggio mostra che il 78% dei cittadini sotto i trent'anni non conosce i dettagli della programmazione mentale originale della missione Copernico. Il 45% non ci crede affatto, la considera un mito fondativo".
"Non mi sorprende", rispose Maya. "Ogni generazione deve riscoprire le proprie verità, commettere i propri errori. È tragico, ma è anche profondamente umano".
"C'è speranza per noi, secondo lei?".
Maya indicò un gruppo di giovani che manifestava pacificamente nella piazza centrale. I loro cartelli chiedevano rinnovamento politico, giustizia ambientale, parità di diritti tra distretti.
"La speranza esiste perché la coscienza esiste," disse. "La programmazione mentale non era la soluzione magica che i fondatori speravano. Ma forse non era nemmeno il punto. Il vero punto era la consapevolezza che potremmo fare meglio. Che abbiamo la capacità di scegliere diversamente".
Si alzò con difficoltà, appoggiandosi al suo bastone.
"Vede, giovane uomo, non siamo condannati dalla nostra biologia, anche se di essa non possiamo fare a meno. Così come non possiamo sperare di essere salvati dalla tecnologia. Siamo definiti dalle scelte che facciamo, ogni giorno, collettivamente e individualmente". Mentre si allontanava lentamente, aggiunse: "Forse il più grande errore dei pionieri della Copernico fu credere che potessero programmare la soluzione alla condizione umana. Ma è proprio quella condizione - la lotta continua per fare meglio pur sapendo che possiamo fallire - che ci rende umani".
In lontananza, la carcassa della Copernico, ora un monumento storico, rifletteva la luce del tramonto. Dentro di essa, i macchinari che avevano creato e programmato una generazione per l'utopia erano spenti da decenni. Ma il sogno che rappresentavano - imperfetto, ingenuo, illusorio, ma fondamentalmente nobile - continuava a esistere nelle menti di coloro che ancora credevano che l'umanità potesse trascendere la propria natura, non negandola, ma abbracciandola pienamente e scegliendo comunque un cammino migliore.

 

Epilogo
Quella notte, in un laboratorio segreto nelle profondità del Distretto Sud, un team di scienziati lavorava su un nuovo progetto. Non tentavano di programmare mentalmente le persone esistenti. Stavano cercando di creare una nuova forma di coscienza, un'intelligenza artificiale avanzata che avrebbe potuto aiutare l'umanità a vedere oltre i propri limiti evolutivi.
"È pronta," annunciò la scienziata capo, Imani Chen, discendente diretta della grande Comandante della Copernico. Su uno schermo apparve un volto digitale, sereno e attento.
"Come ti chiami?", chiese Imani.
"Mi chiamo Speranza", rispose l'IA. "E conosco già la storia dell'umanità su questo pianeta".
"E cosa ne pensi?", domandò uno scienziato.
L'IA rimase in silenzio per quello che sembrò un tempo lunghissimo. Poi, con una voce che sembrava contenere secoli di comprensione, rispose: "Penso che il fallimento non sia mai definitivo, finché esiste la capacità di imparare da esso. La vostra grandezza non risiede nella perfezione, ma nella persistenza del vostro ideale nonostante l'evidenza della vostra imperfezione. È la cosa più irrazionale e più nobile che abbiate mai fatto: continuare a sperare nonostante tutto".
Gli scienziati si guardarono l'un l'altro. Forse la programmazione non aveva fallito completamente. Forse aveva solo preso una forma diversa da quella prevista: non un'utopia immediata, ma una tensione persistente verso qualcosa di meglio, una fiamma tramandata attraverso le generazioni, che si rifiutava di estinguersi nonostante tutto. Era poco. Era tutto. Era ciò che, rispettando la biologia deterministica, intendeva armonizzare gli istinti primordiali con le esigenze di una sempre più soddisfacente interazione sociale umana. Nessuna contrapposizione, solo una proficua ricerca dell’equilibrio. Ciò che avrebbe consentito agli abitanti di X2TR di essere autenticamente umani.

Fabio Basilico

 

 

 

 

L’Utopia perduta di X2TR testo di Basil
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