“Puoi fare quello che vuoi.” “ Non sempre potrai.”

Puoi fare quello che vuoi,
così dicono,
così insegna il “ Passato “ a chi osa.
Ma la decenza conosce verità più antiche:
non tutto ciò che brami
può diventare gesto.
C'è il volere , fiamma viva,
che spinge le mani, che graffia le vene,
che sogna ad occhi spalancati
terre mai viste, baci mai dati,
parole mai dette per decenza o paura.
Ma c'è anche il potere,
limite invisibile eppure presente,
dettato da norme, da sguardi,
da ciò che conviene, da ciò che si tace,
da ciò che, “ Se fatto “, ci cambierebbe per sempre.
Vorrei gridare, essere sull’orlo dell’impossibile,
spaccare il silenzio con verità che mi divorano,
infrangere limiti fatti di doveri,
correre nudo tra i giudizi del mondo
senza più curarmi della forma, del ruolo, del dopo.
Ma non posso.
Non ora.
Non qui.
Perché ci sono strade che io conosco,
ma che i piedi non osano calcare.
Ci sono abbracci trattenuti,
amori che restano in sogno,
decisioni mai prese,
perché il potere di farle
non coincide con il volerle.
E allora mi taccio,
e in quel silenzio mi chiedo:
è libertà scegliere di non fare
ciò che avrei fatto, se fossi libero davvero?