Il pesce che camminava nei corridoi.

scritto da Old Typewriter
Scritto 7 mesi fa • Pubblicato 7 mesi fa • Revisionato 7 mesi fa
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Autore del testo Old Typewriter

Testo: Il pesce che camminava nei corridoi.
di Old Typewriter

Un giorno Arturo aprì il frigorifero e trovò dentro un pesce. Fin qui tutto normale, se non fosse che il pesce lo stava guardando. E stava fumando una sigaretta.

“Stai cercando il latte?” chiese il pesce, soffiando un anello di fumo che si trasformò in un elefante rosa e poi in una chiave inglese.

“Forse…” rispose Arturo, che a quel punto non era più sicuro di niente, nemmeno del fatto di chiamarsi Arturo.

Il pesce uscì dal frigorifero camminando sulle pinne posteriori, come un vecchio maestro di scuola stanco della grammatica. Indossava un panciotto di velluto blu e un monocolo fatto con delle alghe.

“Seguimi” disse il pesce.

Il corridoio era lo stesso di sempre, eppure... no, non lo era. Le pareti si piegavano come origami nervosi, e il tappeto rosso sembrava pulsare, come se respirasse. Ogni porta conduceva in un sogno che Arturo non ricordava di aver sognato.

In una stanza, c'era sua donna che batteva a macchina lettere d’amore per una giraffa. In un’altra, un uomo con la testa di orologio suonava jazz a una folla di sedie vuote. E poi c’era la stanza con il mare. Un intero oceano chiuso tra quattro pareti, dove le meduse volavano come mongolfiere.

“Questo è il centro” disse il pesce, ora seduto su una poltrona di nuvole. “Qui non sei né sveglio né addormentato. Qui sei in mezzo. Ed è l’unico posto dove si può davvero parlare”.

“Parlare di cosa?” chiese Arturo, sentendo le parole uscire da lui come bolle.

Il pesce lo guardò con uno sguardo che odorava di sale e malinconia.

“Di ciò che dimentichi ogni mattina quando ti svegli. Di ciò che ti sussurra il pavimento mentre cammini. Del fatto che forse tu non sei tu, ma solo un’eco di un pensiero troppo pigro per realizzarsi”.

Arturo si voltò, e al posto delle mani aveva due piume. Aprì la bocca per parlare, ma uscì un suono simile al tintinnio dei cucchiaini contro le tazzine da caffè.

Poi si svegliò. O forse no.

Il frigorifero era chiuso. Ma da dentro proveniva una risatina leggera. E per un attimo, solo per un battito di ciglia, il corridoio parve di nuovo pulsare.

Il pesce che camminava nei corridoi. testo di Old Typewriter
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