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Lorenzo aveva un talento speciale per fare la scelta sbagliata.
Non una, ogni tanto. Tutte.
Era un talento costante, quasi professionale.
Aveva scelto il liceo sbagliato, l’università sbagliata, la fidanzata sbagliata, la macchina sbagliata e persino il cane sbagliato (che si era rivelato un gatto molto docile).
Eppure, nonostante il curriculum disastroso, Lorenzo era vivo, intero e a tratti, persino felice.
O almeno così sembrava fino al giorno in cui, per un errore d’invio, ricevette un’e-mail dal Dipartimento del Destino.
“Gentile Signor Lorenzo B.,
ci risulta che lei stia prendendo decisioni appartenenti a un altro individuo.
Le chiediamo di presentarsi al nostro sportello per la riallocazione karmica. Cordiali saluti,
Ufficio Errori Universali.”
Lorenzo rise. Poi si accorse che il mittente era “@postemistiche.gov”.
E smise di ridere.
L’Ufficio Errori Universali
Era nascosto dietro una lavanderia a gettoni, tra un centro massaggi e un’edicola che vendeva solo riviste del 2004.
Dentro, pareti color beige esistenziale e un cartello:“Qui si correggono destini. O almeno ci si prova.”
Dietro il bancone c’era una donna sulla cinquantina con occhiali enormi e un’aura da ex bibliotecaria cosmica.“Numero?”
“Ehm… 37.”
“Sfortuna media. Attenda.”
Dopo un tempo che pareva progettato per spegnere la speranza, fu chiamato.
“Signor Lorenzo B., il sistema segnala che da circa vent’anni lei compie scelte destinate a un certo Lorenzo Bonelli di Pavia. È un errore di omonimia karmica. Siete stati scambiati alla nascita delle possibilità.”
“Come, scambiati?”
“In breve: lui doveva diventare uno chef di successo e lei un insegnante di yoga spiritualmente instabile.
Invece, lei lavora in contabilità e lui adesso medita in un parcheggio.”Lorenzo la fissò.
“E posso… sistemare la cosa?”
“Certo. Basta un modulo di riallineamento e le restituiamo il destino corretto.
Ma attenzione: una volta accettato, non potrà tornare indietro.”
Il dubbio
Lorenzo guardò il modulo.
Era pieno di caselle assurde: “Preferenze karmiche”, “Tasso di improvvisazione accettabile”, “Uso ricreativo dell’errore”.
Mentre rifletteva, gli venne in mente tutto ciò che aveva combinato grazie ai suoi sbagli: il lavoro monotono ma pieno di colleghi simpatici, la ex fidanzata con cui non parlava più ma che gli aveva insegnato a cucinare la carbonara senza farla esplodere, il gatto-cane che lo aspettava ogni sera.
Forse non era felice.
Ma era suo. Quel caos era suo.
“E se mi tenessi la vita sbagliata?” chiese piano.
“Non lo consigliamo, signor Lorenzo. Le scelte errate portano dolore.”
“Anche quelle giuste. Solo che fanno finta di non farlo.”
La donna lo guardò per un istante, poi sorrise, come chi riconosce una verità che non può essere messa a verbale.
“Va bene. Firmi qui.
Accettazione della scelta sbagliata, definitiva.”
Lui firmò.
Il foglio sparì in una piccola fiammata blu.
Uscita di emergenza
Fuori, il sole era basso e il mondo sembrava identico, ma un po’ più tollerante.
Mentre attraversava la strada, Lorenzo inciampò su un marciapiede rotto — e proprio in quell’istante una ragazza lo afferrò per il braccio, salvandolo da un motorino in corsa.“Tutto bene?” chiese lei, ridendo.
“Sì. Credo di sì. Ti devo un caffè.”“Allora mi devi la colazione. Io non mi alzo per meno di un cappuccino.”
Si presentarono. Lei si chiamava Beatrice Bonelli. Sorella di quell’altro Lorenzo.
Epilogo
La vita, da quel giorno, rimase imperfetta.
Lorenzo continuò a scegliere male — ma con più convinzione.
Sbagliava con eleganza, come chi ha finalmente accettato di essere l’artista di un disastro coerente.
E ogni volta che faceva un errore, Beatrice rideva e diceva:“Almeno, sei coerente.”
Lui rispondeva:“No, sono solo affezionato al mio caos.”
E sotto sotto, il Dipartimento del Destino annotava in silenzio:
“Errore accettato. Risultato: felicità imprevista.”