Cara Natura,
è lontano il tempo in cui ti ho scritto. Come procede la tua esistenza? Come trascorri il tuo tempo, da quando noi esseri umani siamo scivolati in un sonno, che ci rende impassibili alla tua presenza? Volevo chiederti scusa, per tutto quello che l'umanità ogni giorno sta contribuendo a creare. Non sono in grado di spiegarti cosa ne sia stato del senso della nostra esistenza. Viviamo nei nostri drammi virtuali, con la soluzione a portata di smartphone. Gentile Creato, chiedo venia se dopo 2 anni di lockdown, l'unica chiusura è stata quella mentale. Ti porgo le mie più sincere scuse, per non riuscire più ad apprezzare i tuoi tramonti, da quando aleggia la diffidenza verso la comunità. Ammetto di provare malinconia quando rimembro i mezzi di trasporto pubblico colmi di gente, le comitive che organizzano viaggi verso la zona costiera con automobili sovraccariche di persone, valigie, sogni. Ci scontriamo l'un l'altro a causa dell'angoscia con la quale viviamo, pensando di poter morire. Temiamo di poter riprendere le nostre attività precedenti, con il costante terrore di sbagliare, come se fossimo infallibili e il peso della vita o della morte gravasse solo su di noi, come esseri singoli. Al ché sporge spontaneo chiedermi, cara Forza Generatrice, eravamo folli prima o lo siamo adesso? Ci preoccupiamo spesso della nostra salute fisica, ma sembrerebbe che nessuno stia notando quanto sia nocivo questo modo di vivere, rendendo complicato coesistere con il prossimo. Vaghiamo per il mondo con il nostro codice univoco, noncuranti del nostro stato emotivo, psicologico. Da qualsiasi realtà nefasta tu possa arrivare o le azioni che tu abbia compiuto, poco importa, la cosa importante è esser in QR-mode. Non siamo più abituati a confrontarci con te, immensa Vita, siamo ovattati in questo surrogato universo che ci siamo creati; lede meno vivere lontano dal nostro IO interiore. A questo soliloquio devo necessariamente aggiungere che nutro ancora la speranza, che, prima o poi, ci si possa abbandonare a vivere, sperimentando la vera essenza dell'essere fragili e umani. Cogliendo tutte quelle piccole sfumature che ci riservi, tra gioie e dolori. Con gli occhi sognanti, chiudo questa lettera, con la vivida speranza di riappropriarci di tutto quello che abbiamo lasciato in sospeso, come ad esempio amarci.
Sempre tua grande ammiratrice,
Afrodyte
QR mode testo di Afrodyte