Chi è Daphne du Maurier?
Daphne du Maurier vita e opere in breve
Avete mai sentito parlare di Hitchcock, dei suoi thriller estremamente coinvolgenti e molto “noir”? Titoli come “Rebecca”, “Gli uccelli”, “Jamaica Inn” vi suonano conosciuti? Se sì, questi suoi successi cinematografici hanno una sceneggiatura che si appoggia sulle opere di una scrittrice fantastica (a mio modesto parere). Il suo nome è: Dame Daphne du Maurier (Rebecca Daphne Du Maurier).
Il fatto che proveniva da una famiglia non solo parecchio benestante, ma anche molto immersa nell’arte in genere (i suoi genitori erano attori, era imparentata con William Comyns Beaumont, scrittore e giornalista, e con George du Maurier, un cartoonist, la sorella più grande era una scrittrice e la sorella più piccola una pittrice) l’ha aiutata tantissimo, ma sin dai suoi primi manoscritti, è stato evidente che fosse una scrittrice con un bellissimo futuro nel mondo della letteratura universale. “Rebecca, la prima moglie”, “Gli uccelli”, “Mia cugina, Rachele”, “La casa sull’estuario” sono solo i titoli di alcune sue opere.
Le opere di Daphne di Maurier sono entrate nel mio mondo intorno ai miei 12 o 13 anni (cioè tempo fa). La sua prima opera, quella che ha avuto un impatto pazzesco su di me, è stata “Rebecca”. Mi ricordo che la copertina di questo libro mi aveva attirata parecchio, e poi il nome sulla copertina, Rebecca… “Wow”, mi sono detta, “sono sicura che sarà una storia d’amore fantastica!” Poco sapevo che non era la tipica storia d’amore, ma che iniziando a leggerla, sarei entrata nell’universo del gotico.
L’incipit è indimenticabile, piano di struggente malinconia: “Sognai l’altra notte che ritornavo a Manderley...” che in lingua originale è ancora più toccante: “I dreamt last night I went to Manderley again”. Le prime righe mi hanno subito rapita.
Manderley è il cuore del libro, lo sfondo dell’intera vicenda. Un luogo magico, incantevole, dove la protagonista della storia, legatasi frettolosamente ad un uomo molto più maturo di lei, dal (recente) passato tempestoso e misterioso, sboccia come donna, lascia la scorza dell’ingenua e svagata gioventù per fortificarsi e prendere consapevolezza di sé.
Manderley: gli effluvi di rose e azalee, le pennellate vivaci di idrangee, la frescura sicura e accogliente del grande ippocastano, le giornate di sole che placano gli animi turbolenti, il profumo di erba e poi... la grande casa, le grandi stanze arredate con gusto da Rebecca, la prima moglie di Maximilian de Winter, proprietario di tutta la contea, la grande e ben fornita biblioteca, il profumo del té alle quattro e un quarto, servito con meticoloso rituale dal maggiordomo Frith.
Manderley però è anche profumo di mare, quel mare ora calmo e placido, ora tempestoso e fatale. Quel mare che tanto turba e innervosisce Max de Winter e la giovane sposa non capisce il perché. È nel mare che è stato trovato il cadavere di Rebecca, la prima moglie.
Per tutto il romanzo non verremo mai a sapere come si chiama la protagonista. Una scelta ben meditata dalla scrittrice. La giovane sposa si annulla totalmente una volta messo piede in quella grande casa. La gelosia e la mancanza di fiducia in sé stessa materializzeranno il fantasma di Rebecca. Sempre Rebecca, sempre lei. Rebecca è ovunque: nella sala, allo scrittoio, nella sua vecchia camera da letto, nei ricordi della gelida ed ossuta governante, Mrs. Danvers. Rebecca, la più bella, la più intelligente, la più amata.
Ma ciò che si legge nella prima metà del libro verrà sconvolto via via che si prosegue nella lettura. Mai fidarsi delle apparenze e questo romanzo drammatico, sorprendentemente si trasforma in un giallo/noir di prim’ordine.
Ho finito il libro in un giorno e da allora, ho letto tutto quello che mi è capitato, tutto quello che aveva la firma di questa inglese così “dark” per i suoi tempi. “Rebecca” è il suo capolavoro, un libro che ha venduto più di 2,8 milioni di esemplari tra 1938 e 1965 e non ha mai smesso di essere stampato, essendo tutt’ora un best-seller internazionale. A tutto questo aggiungi una produzione cinematografica da Oscar (vinto nel 1940) con Joan Fontaine, Laurence Olivier e con la brillante regia di Alfred Hitchcock e il gioco è fatto.
Daphne du Maurier ha avuto una vita personale parecchio… movimentata. Ci sono state accuse di plagio, voci sulla sua… sessualità, specialmente dopo la sua morte, ma tutto questo non cancella il fatto che Dame Daphne du Maurier DBE (Dame of the British Empire) sia stata una donna che ha saputo lasciare la sua impronta ben precisa nel mondo della letteratura.
Ha vissuto quasi tutto la sua vita in Cornwall (Cornovaglia) una contea inglese vicina all’Atlantico, tenendosi lontana da eventi e uscite mondane. Dopo la sua morte, nel 1989, le sue ceneri sono state sparse nell’oceano dalle scogliere di Fowey, nella sua amata Cornovaglia, la scena di quasi tutte le sue opere.
Alcune opere dell'autore
Aforismi e citazioni di Daphne du Maurier
Non c’era la luna e il cielo sopra di noi era nero come inchiostro. Ma, all’orizzonte, era attraversato da lampi di porpora simili a schizzi di sangue. E il vento salmastro del mare ci soffiava la cenere in faccia.
Sapete io… io vorrei che esistesse un’invenzione per imbottigliare i ricordi come profumi e che non svanissero mai nell’aria, in modo da poter stappare la bottiglina ogni volta che lo volessi e poter far rivivere il passato aspirandola.
I falchi non si curavano delle finestre ma concentravano i loro sforzi sulle porte. Nat prestò ascolto al rumore del legno che veniva ridotto in schegge e si domandò quanti milioni di anni di memoria fossero rinchiusi in quei cervellini, dietro quei becchi appuntiti, quegli occhi penetranti, e che ora alimentavano l'istinto di distruggere l'umanità con l'abile precisione delle macchine.